Erevan rilancia l’amicizia con Teheran
Incontro tra il premier armeno Pašinyan e neoeletto presidente iraniano Raisi. Le due parti vogliono lavorare per la pace nella regione. Nessun riferimento al conflitto tra azeri e armeni nel Nagorno Karabakh. Gli iraniani attenti a non irritare l’Azerbaijan.
Mosca (AsiaNews) – Il giorno dell’insediamento del neoeletto presidente iraniano Ebrahim Raisi, a Teheran si è tenuta anche una visita di Stato del primo ministro dell’Armenia, Nikol Pašinyan, anch’egli da poco rieletto dopo due anni di contrastata leadership e conflitti.
Secondo la sala stampa del premier armeno, Raisi ha accolto Pašinyan assicurando che “l’Iran accorda grande importanza al continuo sviluppo delle relazioni amichevoli con l’Armenia, in campo politico, economico e umanitario”. Il nuovo presidente iraniano ha sottolineato che il mantenimento della pace nella regione ha un significato cruciale anche per Teheran, e che l’Iran ritiene indispensabile risolvere tutte le questioni attraverso il dialogo.
Pašinyan ha assicurato la volontà di proseguire il dialogo bilaterale, per rendere ancora più efficace la collaborazione con l’Iran “al massimo livello”. Le parti hanno discusso di varie questioni legate al rafforzamento delle relazioni economiche e commerciali. Al centro dei colloqui l’attività della zona di commercio libero “Megri”, creata dal governo armeno nel 2017 per attirare aziende straniere da tutto il mondo, a cominciare da quelle russe.
L’Armenia sostiene anche la partecipazione dell’Iran all’Unione Economica Eurasiatica, attiva dal 2015: oltre e Erevan, ne fanno parte Russia, Bielorussia, Kazakistan e Kirghizistan. Iraniani e armeni hanno valutato anche alcuni piani di rafforzamento delle vie di comunicazione della cooperazione energetica dal Golfo Persico al Mar Nero. Vi sono compresi la costruzione di un’autostrada nord-sud e della terza linea ad alto voltaggio per lo scambio di energia elettrica e gas tra i due Paesi.
Secondo Rubik Minasyan di Radio Svoboda, dall’indipendenza dell’Armenia nel 1991 la politica dell’Iran nei suoi confronti è rimasta immutata: ciò anche durante la “guerra dei 44 giorni”, come viene chiamato il conflitto nel Nagorno Karabakh dell’autunno 2020. “Noi capiamo che gli interessi dell’Iran sono più dalla parte dell’Armenia, che non da quella dell’Azerbaijan, ma ancora non distinguiamo i passi concreti di questa sintonia, contrastata del resto dalla forte lobby turcofona presente nel governo iraniano”, afferma Minasyan.
Nel loro incontro del 5 agosto, Raisi e Pašinyan hanno fatto riferimento alla “pace nella regione”, ma senza nominare il Nagorno Karabakh e le situazioni critiche sui confini armeno-azeri, come quella dei prigionieri di guerra armeni ancora trattenuti in Azerbaijan. Il 3 novembre scorso, durante il conflitto nel Caucaso, il leader supremo iraniano Alì Khamenei era intervenuto con una dichiarazione secondo la quale “i territori azeri occupati dall’Armenia devono essere liberati, poiché queste terre appartengono all’Azerbaijan, che ha il diritto di controllare il suo territorio”. L’attuale presidente Raisi aveva ribadito questa posizione lo scorso 14 luglio, rispondendo agli auguri del presidente azero Ilham Aliyev in vista delle elezioni del 18 luglio.
L’Iran cerca di giocare tra il sostegno all’Azerbaijan, Paese più affine per la sua fedeltà all’islam, e le rassicurazioni all’Armenia in quanto “vicino di casa”. Né Raisi né il suo predecessore Hassan Rouhani avevano fatto le loro congratulazioni per la rielezione di Pašinyan dello scorso 20 luglio, e per la sua nomina a primo ministro del 2 agosto. La visita di Pašinyan a Teheran intende superare le ombre rimanenti, e rilanciare l’amicizia con l’Iran per sostenere il ruolo dell’Armenia nella regione.
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