Emergenza a Papua, vescovo di Agats: ‘Una benedizione’ la solidarietà dei cattolici
Morti oltre 80 bambini, mentre altri 800 sono stati colpiti da malattie legate alla malnutrizione. Dalla diocesi messe in atto iniziative umanitarie di “primo soccorso” nei distretti più colpiti. Le peculiari caratteristiche del remoto territorio rendono difficile e pericoloso il lavoro dei volontari.
Jakarta (AsiaNews) – La solidarietà e la vicinanza dei cattolici indonesiani alla popolazione Asmat sono “una benedizione, nonostante il dramma in corso”. È quanto dichiara in un’intervista rilasciata ad AsiaNews mons. Aloysius Murwito (foto 2), vescovo di Agats. Remoto territorio della provincia di Papua, negli ultimi mesi la diocesi è stata colpita da una grave crisi umanitaria, che ha causato la morte di oltre 80 bambini, mentre altri 800 sono stati colpiti da malattie legate alla malnutrizione. Sui media nazionali ed internazionali, l’emergenza sanitaria è venuta alla luce solo nelle ultime due settimane, ma mons. Murwito ne aveva riconosciuto le avvisaglie già da tempo. Durante le festività natalizie, il vescovo si era recato in un isolato territorio della diocesi per celebrare la messa della Vigilia presso la parrocchia di Kapi, nel distretto di Sawaerma.
Molte delle donne Asmat che hanno preso parte alla funzione presentavano gravi segni di malnutrizione. “Durante quella messa, sono stato profondamente commosso nel vedere una così grave crisi umanitaria. Ho raccontato la mia esperienza in loco in diverse omelie durante le celebrazioni di Natale e Capodanno, nel centro di Asmat”, racconta mons. Murwito. Il sermone pronunciato dal prelato il 5 gennaio 2018 ha trovato una cassa di risonanza nei social media, suscitando la curiosità dapprima dei giornalisti di Papua, in seguito dei colleghi di tutto il Paese.
AsiaNews ha incontrato il vescovo a Jakarta (foto 3), dove egli è impegnato in diverse interviste con i media nazionali, al fine di attirare ancora di più l’attenzione pubblica sull’emergenza che ha colpito otto circoscrizioni della sua diocesi. Interrogato sugli sviluppi della crisi, mons. Murwito spiega che, in collaborazione con le autorità di Asmat, la diocesi di Agats ha dimostrato il suo impegno mettendo in atto iniziative umanitarie di “primo soccorso” nei distretti più colpiti. Per contrastare malattie come rosolia e morbillo, nei giorni scorsi due squadre sono state inviate a prestare assistenza e distribuire beni di prima necessità. “Abbiamo deciso di occuparci di due distretti, che consistono in circa 20 villaggi”, afferma il vescovo.
Numerose tuttavia sono le difficoltà che i volontari della diocesi e gli operatori sanitari si trovano ad affrontare sul territorio. Per cominciare, la natura nomade della popolazione indigena locale e le peculiari caratteristiche dei loro insediamenti. “A differenza delle altre popolazioni native dell’Indonesia – dichiara mons. Murwito –, gli Asmat sono soliti praticare un vero e proprio nomadismo. Essi sono soliti addentrarsi per giorni nelle foreste, prima di far ritorno ai loro villaggi”. Oltre a questo stile di vita, anche difficoltà tecniche rendono complicato contrastare la diffusione delle malattie. Raggiungere gli insediamenti comporta infatti lunghi e costosi viaggi su piccoli motoscafi (foto 4), in acque infestate dai coccodrilli.
I prossimi mesi saranno cruciali per alleviare la sofferenza della popolazione locale ed il prossimo passo consisterà nell’aumentare tra gli indigeni la consapevolezza in materia di salute. “Tuttavia, diffondere il messaggio è alquanto difficoltoso, per via dell’assenza di un adeguato sistema di comunicazione”. Poiché la regione non è servita da una rete di energia elettrica, il segnale mobile è assente. Ciò nonostante, il vescovo esprime profonda gratitudine per la pronta risposta dei cattolici indonesiani, e anche dei non cattolici, alla richiesta di aiuto della Chiesa locale. “La commozione suscitata nei cuori delle comunità di tutto il Paese si è manifestata in donazioni e ottime iniziative in favore della diocesi di Agats, affinché essa possa portare avanti la propria missione umanitaria”, conclude mons. Murwito.
19/01/2018 11:14
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