Elezioni del governatore a Jakarta, l’appello dei leader religiosi per la democrazia
La conferenza stampa congiunta di sette associazioni di diverse confessioni. I membri invitati ad usare i propri diritti civili senza indugi e a rispettare l'esito delle elezioni di domani. In campagna elettorale la religione sfruttata e manipolata dai gruppi estremisti islamici.
Jakarta (AsiaNews) – A poche ore dalle elezioni per il nuovo governatore di Jakarta, alcune organizzazioni religiose lanciano un appello agli elettori per un processo pacifico e democratico nel determinare i nuovi leader della capitale. I rappresentanti delle diverse confessioni hanno tenuto ieri una conferenza stampa congiunta per ribadire il proprio sostegno allo spirito pluralista della nazione, alla vigilia delle consultazioni più infuocate della storia del Paese, investito da tensioni e conflitti settari durante tutta la campagna elettorale.
L’incontro ha avuto luogo presso gli uffici della Nahdlatul Ulama (Nu), la più grande organizzazione islamica moderata d’Indonesia. Vi hanno preso parte sette associazioni: il consiglio esecutivo di Nu, la Conferenza episcopale indonesiana (Kwi), la Indonesian Communion of Churches (Pgi), la Nichiren Shoshu Indonesia (Nsi), la Indonesian Parisada Hindu Council (Phdi), la Islamic Organization Friendship Body (Lpoi) ed il Confucian Supreme Council of Indonesia (Matakin).
Gli esponenti delle sette organizzazioni hanno esortato i loro membri ad usare i propri diritti civili senza indugi e a rispettare l'esito delle elezioni di domani. “Dobbiamo mantenere la calma e rimanere lucidi nell'affrontare la situazione. Abbiamo l’obbligo morale di sostenere gli sforzi del governo nella gestione del secondo turno delle elezioni a Jakarta e salvaguardare la pace e l'unità della nazione”, hanno dichiarato i rappresentanti di ciascuna organizzazione in una dichiarazione comune.
Said Aqil Siradj, presidente di Nu, aveva condannato lo sfruttamento e la manipolazione della religione nel dibattito politico ad opera dei gruppi estremisti. Egli aveva criticato con forza il presidente Joko “Jokowi” Widodo, reo a suo parere di non esser stato abbastanza risoluto con coloro che rappresentano una diretta minaccia alla democrazia e al governo.
Le consultazioni elettorali a Jakarta vedono il governatore uscente Basuki “Ahok” Tjahaja Purnama, cristiano di origini sino-indonesiane, contrapporsi ad Anies Baswedan, sostenuto dai movimenti islamisti più radicali. Nel corso della campagna elettorale, le due anime del Paese sono venute allo scontro in più occasioni. Da un lato la componente democratica e pluralista della società indonesiana, dall’altro il fondamentalismo di alcuni gruppi islamici che hanno cavalcato le tensioni etnico-religiose per fini politici.
Ad accrescere la polarizzazione religiosa delle elezioni per il governatorato di Jakarta sono stati gli incessanti sforzi dei gruppi radicali per screditare e bloccare la candidatura del politico cristiano. Dallo scorso ottobre Ahok è coinvolto in un manipolato “caso di blasfemia” e in questi mesi nei suoi confronti sono state organizzate numerose manifestazioni di protesta a scopo intimidatorio. Anies Baswedan, rivale del governatore uscente, ha usato tematiche settarie per aumentare la propria popolarità nell’elettorato musulmano, rivolgendosi in particolare a quello più estremista.