Egitto, Referendum verso la vittoria del “si”. Portavoce Chiesa cattolica: “Un voto contro sharia e islamismo”
Il Cairo (AsiaNews) - E' iniziata in Egitto la conta dei voti del Referendum costituzionale tenutosi dal 14 al 15 gennaio in tutto il Paese. Finora non vi sono ancora dati ufficiali, ma dagli spogli parziali emerge una netta vittoria del "si", che ha fatto segnare punte del 98% in almeno 25 distretti. Gli unici dati certi sono quelli sull'affluenza che si è attestata intorno al 55%, con un deciso aumento rispetto alla media del 33% registrata durante le votazioni del dicembre 2012 per approvare la Costituzione scritta dal governo dei Fratelli Musulmani.
Intervistato da AsiaNews p. Rafic Greiche, portavoce della Chiesa cattolica egiziana, sottolinea che "molti media occidentali dipingono come il risultato del voto come una vittoria dei militari", che ora avrebbero più poteri grazie alla nuova Costituzione. Tuttavia per il sacerdote "quello della popolazione è stato anzitutto un voto contro l'estremismo religioso, la sharia e i tentativi di islamizzare la società compiuti dai Fratelli Musulmani".
Nonostante il grande dispiegamento di forze di militari e polizia, in questi giorni l'Egitto è stato scosso da diversi attacchi nel Sinai, ma anche nella capitale dove una bomba è esplosa davanti alla sede del tribunale poche ore prima dell'apertura dei seggi. Negli scontri fra polizia e Fratelli Musulmani sono morte 11 persone. Per il sacerdote "la grande affluenza di persone ai seggi è una sfida alle minacce degli islamisti e indica che la popolazione ha fiducia nella democrazia". "Tali attacchi - dice il sacerdote - non hanno impedito alla popolazione di votare. Sono rimasto colpito dalla grande partecipazione delle donne, che fino a qualche mese fa, durante il governo Morsi rischiavano di essere oppresse dalla crescente islamizzazione della società". La nuova costituzione prevede la parità fra i sessi offrendo, se applicata, nuove opportunità per le donne egiziane. In crescita rispetto al passato è stata anche la partecipazione della minoranza cristiana bersaglio nel mese di agosto degli attacchi violenti degli islamisti che hanno distrutto centinaia fra chiese e proprietà, occupando in alcuni casi città intere come Delga (Alto Egitto), in cui era stata ripristinata la "tassa per gli infedeli".
Attacchi e minacce contro i cristiani sono avvenuti anche nei giorni del referendum. Nella provincia di Minya (Alto Egitto), membri dei Fratelli Musulmani hanno tentato di intimidire la popolazione. Il caso più grave è avvenuto nel villaggio di Sohag, dove alcuni militanti si sono piazzati sui tetti delle abitazioni situate lungo la via principale dell'abitato, colpendo i passanti con sassi e in alcuni casi anche con armi da fuoco. Ad el-Fayoum (circa 100 km a sud-ovest del Cairo) la notte del 13 gennaio ignoti hanno sparato contro la chiesa di S. Michele Arcangelo. Secondo le forze dell'ordine l'azione era un modo per intimidire la popolazione cristiana decisa ad appoggiare la nuova Costituzione.
P. Greiche nota che a differenza del documento votato nel dicembre 2012, quello attuale prevede molte aperture nei confronti delle minoranze, compresa la libertà di religiosa, pur restando l'islam la religione ufficiale del Paese. Nella nuova Costituzione è stato inserito anche un articolo che prevede la realizzazione di una legge sulla libera costruzione degli edifici di culto cristiani. Il futuro governo avrà tempo un anno per approvare il provvedimento.
Il portavoce della Chiesa cattolica invita però al realismo e sottolinea che i futuri governanti, qualsiasi essi siano, "avranno la responsabilità di tradurre in leggi quanto sancito dalla Costituzione adempiendo alle richieste delle popolazione". "Se ciò non avverrà - avverte - ci troveremo di fronte a un ennesimo testo misterioso utile solo ad occupare gli scaffali delle biblioteche". (S.C.)