20/08/2018, 08.54
ARABIA SAUDITA - ISLAM
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Due milioni di musulmani sfidano piogge e temporali per partecipare all’Hajj

È iniziato ieri il pellegrinaggio annuale, uno dei cinque pilastri dell’islam. Allerta massima per la sicurezza, ma non vi sono particolare timori per attentati. Riyadh ha stanziato 30mila operatori sanitari e allertato 25 ospedali per rispondere alle emergenze. Doha accusa: il governo saudita ha bloccato la partecipazione dei fedeli del Qatar. 

 

Riyadh (AsiaNews/Agenzie) - Forti piogge e temporali stanno ostacolando i fedeli musulmani che, in questi giorni, stanno visitando la Mecca, in Arabia Saudita, per il pellegrinaggio maggiore (Hajj). Almeno due milioni le presenze al tradizionale appuntamento annuale che ha preso il via ieri con la preghiera alla Grande Moschea. Oggi il trasferimento a Mina, nell’area del monte Arafat, a est della città, dove Maometto avrebbe tenuto l’ultimo sermone. Domani prenderà il via la festa del sacrificio (Eid al-Adha), una tre giorni durante la quale i pellegrini lanciano pietre contro i muri per simboleggiare la rinuncia al diavolo. 

Secondo quanto riferiscono le autorità di Riyadh sono almeno due milioni i fedeli provenienti da tutto il mondo per partecipare al pellegrinaggio, sfidando il maltempo e le intemperie. Il ministero saudita della Sanità sottolinea che non vi sono in atto epidemie o emergenze mediche, come è avvenuto in passato a causa del sovraffollamento e delle precarie condizioni igieniche. 

I colleghi degli Interni aggiungono che, per il momento, non vi sono particolari allerte terrorismo per possibili attentati; tuttavia, l’attenzione delle autorità in tema di sicurezza resta massima per scongiurare il pericolo di incidenti. Nel 2015 un gravissimo incidente ha funestato il pellegrinaggio: nella calca sarebbero morte circa 800 persone (fonti saudite); in realtà il numero di cadaveri rimpatriati nei Paesi di origine sarebbe stato superiore a 2mila, fra cui 400 iraniani. 

Per garantire l’incolumità dei fedeli vi sono oltre 30mila operatori sanitari operativi sul campo, cui si aggiungono i membri della sicurezza. Almeno 25 gli ospedali sparsi sul territorio pronti a intervenire, prestando cure mediche gratuite ai fedeli, comprese anche operazioni complesse come gli interventi al cuore in caso di necessità. 

L’Hajj (pellegrinaggio) è considerato uno dei cinque pilastri dell’Islam e ogni buon musulmano dovrebbe compierlo almeno una volta nella vita. L’Arabia Saudita ha spesso usato in modo politico il permesso di giungere alla Mecca; da anni ai siriani è vietato recarsi nella città santa musulmana. La crisi fra Riyadh (sunnita) e Teheran (sciita), tuttora in atto fra le due grandi potenze regionali, ha di fatto bloccato nel 2016 i viaggi di cittadini iraniani nel regno.

Quest’anno si sono registrate tensioni con Doha, che ha accusato la leadership saudita - con cui è in atto da tempo una controversia diplomatica e commerciale - di fermare i suoi pellegrini alle frontiere. “Le procedure per la registrazione di pellegrini dal Qatar - spiega un funzionario - restano chiuse e i cittadini non possono ricevere il visto di ingresso”. Secondo un sistema di quote almeno 1200 cittadini del Qatar dovrebbero partecipare all’Hajj, ma risulta “impossibile” accedere al sito web del ministero saudita per ottenere la documentazione necessaria. 

In passato la leadership di Riyadh è finita nel mirino di alcuni imam secondo cui il governo saudita userebbe i soldi derivanti dal turismo religioso per finanziare il terrorismo islamico.

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