18/07/2015, 00.00
KYRGYZSTAN - USA
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Dipartimento di Stato Usa premia attivista kyrgyzo per il suo impegno “in favore della pace”

Azimjan Askarov è detenuto da oltre quattro anni nelle carceri del Kyrgyzstan. È stato condannato all’ergastolo per presunta complicità negli scontri etnici del 2010. Ministro degli Esteri kyrgyzo dichiara che il premio “danneggia in modo serio” i legami tra Bishkek e Washington.

Bishkek (AsiaNews) - Il Dipartimento di Stato americano ha deciso di assegnare il premio 2014 Human Rights Defender all’attivista kyrgyzo Azimjan Askarov (nella foto), detenuto da oltre quattro anni con l’accusa di aver incitato all’odio etnico durante gli scontri del 2010 nelle regioni di Osh e Jalal-Abad (Kyrgyzstan meridionale). Il ministro degli Esteri del Kyrgyzstan ha protestato in modo ufficiale contro l’assegnazione del premio, dichiarando che tale iniziativa “mina in modo serio” le relazioni tra i due Paesi.

Il 16 luglio Tom Malinowski, assistente segretario di Stato Usa per la democrazia, i diritti umani e il lavoro, ha consegnato il premio al figlio dell’attivista, Sherzod. Lo Human Rights Defender Award è un riconoscimento che il Dipartimento di Stato Usa assegna a coloro che si distinguono nella lotta a favore del rispetto dei diritti umani. Viene conferito sia a persone che organizzazioni non governative per il loro operato in favore della democrazia in condizioni di persecuzione da parte delle autorità.

Azimjan Askarov, 64 anni, è un giornalista e attivista di origine uzbeka, fondatore del gruppo Vozdukh (“aria” in lingua locale) che monitora i metodi brutali utilizzati dalle forze dell’ordine e le numerose violazioni della legge da parte di funzionari dello Stato. È stato condannato all’ergastolo e alla confisca di tutti i beni nel settembre 2010 per un suo presunto coinvolgimento negli scontri etnici del giugno dello stesso anno. In quella occasione, furono usati i carri armati dell’esercito per sedare le violente proteste tra la minoranza uzbeka e la maggioranza kyrgyza, divampate in aprile e trascinate almeno fino ad agosto. Il bilancio degli scontri fu di 400 morti, 2mila feriti e 400mila profughi tra la popolazione uzbeka.

Nonostante i numerosi appelli delle organizzazioni internazionali, tra cui quello di Ban Ki-moon durante la recente visita in Asia centrale, il governo di Bishkek non ha ancora individuato i colpevoli delle violenze.

Askarov ha sempre professato la sua innocenza, dichiarando che le autorità hanno prodotto false accuse di incitamento all’odio razziale, organizzazione dei disordini di massa e complicità nell’omicidio di un poliziotto.

Il ministro degli Esteri kyrgyzo ha riferito che il premio “potrebbe minare il processo di rafforzamento dell’unità e dell’armonia nel Paese”. Secondo il Dipartimento di Stato Usa invece, Askarov “è una figura unificante nella comunità degli attivisti, che ha unito persone di etnia e provenienza diverse nella comune richiesta al governo di Bishkek di intraprendere azioni effettive in vista di una pace sostenibile tra uzbeki e kyrgyzi”.

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