11/05/2015, 00.00
BANGLADESH
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Dinajpur, la Caritas in campo contro l’alcolismo fra i tribali

di Sumon Corraya
Un progetto lanciato dall’organizzazione cattolica vuole promuovere la consapevolezza sui rischi dell’alcool e limitare i danni all’interno delle famiglie. Centinaia di donne aderiscono, per “liberare la nostra società da questo pericolo che trasforma una casa felice in un inferno”.

Dhaka (AsiaNews) – L’aumento del tasso di alcolismo fra i tribali del Bangladesh “trasforma le famiglie in un inferno. Vogliamo una società libera da questo pericolo, divenuto un vero e proprio nemico per le nostre case”. È la voce di centinaia di donne della zona di Dinajpur, che oggi ringraziano la Caritas per il programma lanciato contro la dipendenza dall’alcool. Una dipendenza “peggiorata negli ultimi mesi, quando la produzione di vino locale è divenuta industriale scatenando una serie di crimini e casi di corruzione”.

Il programma si chiama “Adivasi Nari Jagoran Sango” e riunisce centinaia di donne da 11 villaggi dell’area. La stampa nazionale e la società civile hanno appoggiato il progetto dell’organizzazione cattolica, lodata per il rapido impegno a favore della stabilità delle aree rurali. Queste sono caratterizzate da una forte percentuale di donne lavoratrici, a fronte di un minor impiego maschile.

Taramon Karkata spiega: “Gli uomini non lavorano e non guadagnano, ma rovinano la nostra vita e ci rubano il salario per spenderlo in vino. Nei casi peggiori abbiamo visto mariti che vendono la terra, unica fonte di sostentamento della famiglia, per continuare a bere. È divenuta una vera e propria piaga”.

Il cambio di passo deriva dalla decisione di trasformare la produzione di vino da artigianale ad industriale.  Le compagnie dell’area di Dinajpur, dicono le attiviste, corrompono i poliziotti per evitare problemi con la pubblica sicurezza e mettono nel mercato alcolici a prezzo più basso per invogliare gli uomini a bere. Il capo della polizia locale, Abu Tarek, si difende: “Se riceveremo denunce scritte, allora entreremo in campo”.

Shushila Kujer, una donna tribale, racconta ad AsiaNews: “Ho lasciato la mia casa e sono tornata in quella di mio padre, perché dopo aver bevuto mio marito mi picchiava. La mia era una famiglia felice, e ora è divenuta una sorta di inferno. Vogliamo una società libera dall’alcolismo, ed è per questo che lottiamo contro la produzione industriale”.

La dipendenza rimane comunque una delle piaghe del Bangladesh, dove ogni anno si contano in migliaia le vittime di fumo, alcool e droga. Uno dei funzionari Caritas che segue il progetto conclude: “Noi lavoriamo per lo sviluppo delle comunità locali. Per ottenere questo sviluppo, cerchiamo di capire quali siano i problemi e cerchiamo insieme di risolverli. L’alcolismo è al momento uno dei peggiori”. 

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