Dhaka, bambini di una scuola cattolica ricordano i ‘martiri della lingua madre’ (Foto)
I ragazzi studiano all’istituto Santa Teresa di Mirpur-2. Corteo, canti, danze e poesie per riaffermare il diritto a esprimersi nella propria lingua. “Esaltato il sacrificio degli studenti che hanno dato la propria vita e la necessità dell’armonia tra tutte le religioni”.
Dhaka (AsiaNews) – Centinaia di bambini bengalesi di una scuola cattolica di Mirpur-2, un quartiere di Dhaka, hanno ricordato ieri i martiri della lingua madre. Tra le feste più sentite in tutto il Paese, l’Ekushey February commemora gli studenti bengalesi che il 21 febbraio 1952 furono assassinati dalla polizia pakistana mentre manifestavano per il diritto di esprimersi nella propria lingua natia. Ad AsiaNews p. Quirico Martinelli, missionario Pime, racconta la cerimonia organizzata dall’istituto Santa Teresa, di fronte alla parrocchia di Maria Regina degli Apostoli. “I ragazzi si sono preparati per una settimana – riporta con entusiasmo – provando e riprovando canti e danze. Poi una volta in strada, dove hanno dato vita ad un corteo, hanno coinvolto genitori e passanti”.
In Bangladesh il mese di febbraio è considerato il “mese della lingua”. L’origine della festa risale al 21 febbraio 1948, quando l’allora governatore del Pakistan occidentale decise che l’urdu sarebbe diventato l’idioma ufficiale di tutta la popolazione. Ma la maggior parte dei 100 milioni di abitanti del Pakistan orientale (oggi Bangladesh), parlava il bengalese e protestò contro quella dichiarazione. Quattro anni dopo, alcuni studenti appartenenti al “Bhasha Andolon”, il Movimento del linguaggio, vennero uccisi dalle autorità pakistane nei dintorni del campus universitario di Dhaka. Il loro Movimento finì per rappresentare la lotta per l’emancipazione dall’oppressione.
P. Quirico spiega che “quell’episodio seminò nel cuore dei bengalesi il desiderio di essere nazione, e fu preludio della successiva lotta per l’indipendenza” [conquistata nel 1971, ndr]. Il missionario Pime riporta che alla festa di ieri “hanno partecipato tutti i 495 bambini iscritti a scuola. Insieme a loro, genitori e insegnanti. Abbiamo cominciato al mattino presto, intorno alle 6.30, con una processione nelle strade. La polizia ha bloccato il traffico nell’area di Mirpur, consentendo ai bambini di effettuare in sicurezza il corteo”.
In tutto il Paese “è un giorno di festa nazionale. Ogni scuola organizza una celebrazione e anche noi cattolici non siamo da meno. Dopo il corteo siamo ritornati nel cortile dell’istituto, dove era stato eretto un monumento in onore dei martiri che ricorda quello nazionale dello Shaheed Minar. Ogni bambino ha portato un fiore e lo ha depositato davanti al memoriale”.
In seguito la festa è continuata con “canti, poesie e discorsi di insegnanti e genitori”. “Sono intervenute anche le autorità locali – riferisce – che hanno esaltato il sacrificio di chi ha dato la vita affinchè tutti avessimo la libertà di parlare la lingua materna. Infine hanno sottolineato la necessità dell’armonia tra tutte le religioni”.
07/12/2017 15:13
14/11/2018 14:10