Daraa, dopo l’accordo fra governo e ribelli rientrano decine di migliaia di sfollati
La svolta dopo due settimane di intensi bombardamenti governativi. In poche settimane fuggite oltre 320mila persone. Alcune fazioni ribelli non accettano il cessate il fuoco e intendono combattere. Oggi l’esercito fedele al presidente Assad controlla oltre il 60% del territorio.
Damasco (AsiaNews/Agenzie) - Decine di migliaia di persone sono tornate nelle loro case nel sud della Siria, in seguito a un accordo di cessate il fuoco sottoscritto da Russia - alleato di Damasco nel conflitto - e alcuni gruppi ribelli. Una firma che, secondo gli esperti, potrebbe mettere fine a oltre due settimane di intensi bombardamenti nell’area, che hanno provocato numerose vittime.
Fonti dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, ong con base in Gran Bretagna e informatori sul territorio, riferiscono che l’accordo sembra tenere, pur a fronte di isolate violenze. Fra queste, un raid aereo a Um al-Mayazin che ha ucciso quattro civili e provocato lo slittamento delle operazioni di evacuazione dei ribelli.
L’esercito fedele al presidente Bashar al-Assad intende riconquistare il controllo della provincia meridionale di Daraa, un’area dall’importanza strategica al confine con la Giordania e l’altopiano del Golan, nelle mani di Israele. In questo settore del Paese sono divampate le prime proteste nel 2011, sfociate poi in un conflitto aperto.
Dal 19 giugno una massiccia campagna di bombardamenti dell’aviazione siriana nella provincia ha provocato la fuga di oltre 320mila persone; fonti Onu riferiscono che in molti hanno cercato riparo oltreconfine. Il 6 luglio governo e ribelli hanno raggiunto un accordo per il cessate il fuoco, dietro promessa della consegna delle armi e un corridoio per la fuga dei combattenti.
In questi giorni almeno 60mila persone hanno già fatto rientro nelle loro case, dopo aver superato il confine giordano. Anders Pederson, coordinatore umanitario delle Nazioni Unite nel regno hascemita conferma che la maggioranza degli sfollati sono rientrati. Al momento vi sarebbero “solo” fra le 150 e le 200 persone ancora accampate al confine e i rientri “continuano”.
Tuttavia. alcune fazioni ribelli non sembrano intenzionate a rispettare il cessate il fuoco e intendono continuare a combattere l’esercito siriano e l’alleato russo. In base all’accordo, le forze governative si potranno disporre lungo la frontiera con la Giordania mentre i gruppi ribelli si impegnano a consegnare le armi pesanti.
Oggi il presidente Assad e le forze a lui fedeli controllano oltre il 60% del territorio. Divampato nel marzo 2011, il conflitto ha causato sinora 350mila vittime e innescato la peggiore catastrofe umanitaria dalla Seconda guerra mondiale. In questi anni la Giordania ha accolto almeno 1,3 milioni di rifugiati e ha dichiarato che non intende più consentire nuovi ingressi.