Damasco, “enorme” esplosione nei pressi dell’aeroporto. Sospetti su raid israeliano
Lo scoppio, avvertito anche nella capitale, ha investito un serbatoio di carburante e alcuni magazzini nei pressi dello scalo. Secondo al-Manar a causarla è stato un raid aereo dell’aviazione israeliana. Danneggiate strutture logistiche di Hezbollah in Siria. Non risultano vittime o feriti.
Damasco (AsiaNews/Agenzie) - Una potente esplosione ha investito nella notte un’area nei pressi dell’aeroporto internazionale di Damasco. Lo scoppio è stato avvertito anche nella capitale, seminando il panico fra la popolazione. Testimoni locali riferiscono che gli obiettivi dell’attacco erano un serbatoio di carburante e alcuni magazzini nei pressi dello scalo.
Fonti rilanciate dall’emittente libanese al-Manar, vicina a Hezbollah, affermano che dietro il raid aereo che ha causato l’esplosione vi sarebbe la mano di Israele.
Rami Abdel Rahman, direttore dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, ong con base a Londra e vicina all’opposizione filo-saudita, sottolinea che “la deflagrazione era enorme ed è stata avvertita anche a Damasco”.
Lo scalo dista circa 25 km dalla capitale, in direzione su-est. In seguito all’esplosione si è sviluppato un potente incendio, provocando ingenti danni materiali. Di contro, al momento non si hanno notizie di vittime e feriti.
A livello ufficiale non vi sono informazioni sulla matrice dell’attacco e le eventuali responsabilità.
Il corrispondente di al-Manar riferisce che l’esplosione è “avvenuta all’alba” ed è “verosimilmente” il risultato di un raid aereo israeliano che aveva per target strutture logistiche delle milizie sciite libanesi che sostengono il governo del presidente siriano Bashar al-Assad.
Nessun commento, invece, da parte dell’esercito con la Stella di David. L’emittente israeliana Channel 10 ha interpellato fonti militari, le quali non hanno voluto rilasciare dichiarazioni ufficiali.
Dal 2011 la Siria è teatro di una sanguinosa guerra, che ha causato sinora oltre 320mila vittime e milioni di sfollati, innescando una tragedia umanitaria senza precedenti. Ancora oggi, a oltre sei anni dall’inizio, non si intravedono all’orizzonte soluzioni politiche alla guerra e una pace diffusa e duratura che dia sollievo alla popolazione.
A differenza di altre città come Aleppo, Idlib e Homs, sinora Damasco è stata (in gran parte) risparmiata dalle violenze; tuttavia, negli ultimi mesi si sono sviluppati combattimenti e focolai di tensione in alcune zone periferiche della capitale siriana fra esercito governativo e miliziani.