Dall'Himalaya al fronte: Kathmandu sospende i visti per Mosca e Kiev
Espatriati ufficialmente come lavoratori venivano arruolati nell'esercito per combattere: già almeno 10 i caduti nepalesi nei reggimenti russi. La cittadinanza promessa da Mosca a chi combatte come incentivo per i migranti. Il governo nepalese ha deciso di bloccare i permessi chiedendo alla Russia di rimpatriare i propri connazionali mandati in guerra.
Kathmandu (AsiaNews/Agenzie) - Il Nepal ha sospeso il rilascio del permesso ai suoi cittadini per lavorare in Russia e Ucraina fino a nuovo ordine, dopo la morte di almeno 10 nepalesi uccisi mentre prestavano servizio come soldati nell'esercito russo. Kathmandu ha anche chiesto formalmente a Mosca di non reclutare i suoi cittadini nell'esercito russo, di rimandare immediatamente tutti i soldati nepalesi nella nazione himalayana e di risarcire le famiglie dei caduti.
Secondo le stime del governo del Nepal potrebbero essere fino a 200 i propri connazionali arruolati dall'esercito russo, mentre circa 100 nepalesi risulterebbero dispersi. Mosca offre la propria cittadinanza agli stranieri che accettano di andare a combattere al fronte in Ucraina, un incentivo non da poco per un Paese dove i Gurkha hanno già servito gli eserciti britannico e quello indiano dopo l'indipendenza ottenuta nel 1947.
Milioni di cittadini nepalesi sono impiegati in lavori civili all'estero, soprattutto come manovali in industrie e cantieri in Corea del Sud, Malaysia e Medio Oriente. I migranti devono ricevere dal proprio governo il permesso per lavorare all'estero, che dà diritto al sostegno dello Stato in caso di emergenza o al risarcimento delle famiglie in caso di morte. Secondo quanto riferito dall’agenzia Reuters negli ultimi due anni sono stati rilasciati a più di 800 nepalesi permessi di lavoro per attività non militari in Russia. Non sono disponibili invece dati relativi all'Ucraina.
Il mese scorso la polizia nepalese ha arrestato 10 persone con l'accusa di aver inviato giovani disoccupati in Russia per il reclutamento illegale nell'esercito dopo aver fatto pagare loro ingenti somme di denaro per i visti di viaggio.
La decisione di interrompere temporaneamente il rilascio dei permessi di lavoro per la Russia e l'Ucraina è stata presa da Kathmandu per ridurre al minimo la perdita di vite umane e sarà in vigore fino a nuovi ordini, ha dichiarato Kabiraj Upreti, direttore del dipartimento per il lavoro all’estero.
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