Dal G8 al G7, la Russia guarda alla Cina e all'India
L'Aia (AsiaNews) - Il gruppo delle nazioni più industrializzate ha sospeso la partecipazione della Russia, riducendo - almeno temporaneamente - il G8 a un G7.
Radunati ieri all'Aia, i capi di Stati Uniti, Germania, Gran Bretagna, Francia, Italia, Canada e Giappone (v.foto) hanno anche cancellato il prossimo G8 a Sochi (la località russa che ha ospitato le recenti Olimpiadi invernali) e ha fissato il prossimo incontro del G7 a Bruxelles.
La sospensione di Mosca è uno dei provvedimenti con cui le grandi potenze vogliono punire la Russia per l'annessione della Crimea. Il gruppo ha anche minacciato altre sanzioni se Mosca osa annettere anche altre parti dell'Ucraina orientale.
Il gruppo si è incontrato al margine di un altro meeting sulla sicurezza nucleare all'Aia. In tale occasione il ministro russo degli esteri, Sergei Lavrov, si è incontrato per la prima volta dalla crisi ucraina con il suo omologo di Kiev, Andriy Deshchytsia. Nell'incontro coi giornalisti non sono emersi particolari importanti, ma Lavrov ha piuttosto commentato dal decisione del G8, definendola "non una grande tragedia".
Gli Usa hanno imposto congelamento dei beni e bando del visto a 31 personalità russe e ucraine, alcune vicine a Putin, oltre a un bando verso Bank Rossiya. La Ue ha preso simili misure per 51 personalità.
I russi affermano che queste sanzioni "fanno [solo] il solletico", ma dall'inizio dell'anno la borsa è scesa del 13,7% e il rublo è crollato dell'8,9% sul dollaro.
Per colpire la Russia in modo più profondo occorrerebbe non dipendere più dal gas e dal petrolio di Mosca. Ma se è vero che Mosca ha come primo partner commerciale la Ue e come quinto gli Usa, è pure vero che l'Europa dipende dalla Russia per il 34% del suo fabbisogno di gas e che lo scorso anno gli Usa hanno importato 167,5 milioni di barili di petrolio e altri prodotti correlati.
La possibile minacci di sanzioni economiche sul commercio sta spingendo la Russia a cercare nuovi mercati per il suo petrolio e gas. E' molto probabile che questo spingerà la Russia a commerciare di più con la Cina e con l'India.
La Cina importa già petrolio russo in quantità enormi: lo scorso mese ne ha immagazzinati 2,72 milioni di tonnellate (metric tons), quasi il triplo di quanto faceva 10 anni fa. La Russia fornisce il 12% del fabbisogno cinese. Lo scorso anno in marzo Mosca e Pechino hanno firmato diversi accordi per un aumento delle importazioni di petrolio e per ricerche energetiche nel Mar Artico.
E ieri Igor Sechin, amministratore delegato della Rosneft e amico di Putin si è recato a Delhi dove spera di concludere affari per diversi milioni di dollari. Subito dopo egli si recherà in Giappone, Corea del Sud e Vietnam.
Intanto, sul terreno, ieri le truppe russe hanno forzato l'uscita dei militari ucraini da una base a Fedosia. A Kiev, il presidente ad interim Oleksander Turchinov ha dichiarato al parlamento che le rimanenti truppe ucraine e le loro famiglie escano dalla Crimea dato che vi sono "minacce alle loro vite e salute".
03/02/2022 08:56
01/03/2022 08:46