Cristiani e buddisti celebrano insieme la Laudato si’
Due giornali hanno lanciato nove giornate tematiche. Ispirato da papa Francesco, un attivista buddista pianta otto alberi. Ambientalista: “Con il virus, la natura ha risposto per i maltrattamenti che ha subito”.
Colombo (AsiaNews) – Cristiani e buddisti hanno celebrato insieme i cinque anni della Laudato si’, l’enciclica di papa Francesco che mette in relazione l’emergenza ambientale con la crisi sociale dell’umanità.
Molti srilankesi hanno condiviso il messaggio del pontefice. Egli chiede a tutte le persone di proteggere “la nostra casa comune e la madre terra” per assicurare un futuro migliore alle giovani generazioni.
Kithusara e Jesus Today hanno lanciato sulle loro pagine Facebook nove giornate tematiche, una per ciascun giorno della Settimana Laudato si’ (16-24 maggio). Con la loro iniziativa, i due giornali cristiani hanno voluto stimolare un dibattito su temi quali il rispetto della “creazione”, la cura dell’ambente, il rimboschimento e il ricordo dei tanti attivisti – anche srilankesi – che hanno perso la vita per il loro impegno a favore dell’ambiente.
C’è poi chi ha tratto ispirazione dalla Laudato si’ per compiere azioni particolari. “Ho voluto rispondere all’invito di papa Francesco, e insieme a due amici ho piantato otto alberi vicino al viadotto di Veyangoda, nella provincia occidentale del Paese”, racconta ad AsiaNews Vajira Sirimanne, un insegnante buddista in pensione. Egli racconta che per piantare gli alberi ha dovuto sfidare il coprifuoco per il coronavirus, e lo stesso deve fare per prendersi cura di loro.
Sirimanne è un’ambientalista. Egli è l’ideatore di alcune foreste-giardino (Vana Uyana) e zone forestali (Vana Adaviya): “È il mio contributo per spingere le persone ad amare e proteggere gli alberi e l’ambiente”.
Per Ravindra Kariyawasam, un altro ambientalista, la chiamata del papa merita grande rispetto: “Il virus che ci ha colpito dimostra quanto è vulnerabile l’umanità. La natura ha risposto per i maltrattamenti che ha subito da parte dell’uomo, ecco perché il Santo Padre ci chiede di trattarla con rispetto”.
22/06/2015