Crescono le difficoltà per il viaggio del Papa in Israele
Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) - Lo sciopero dei dipendenti del servizio diplomatico israeliano rischia di divenire più duro e potrebbe bloccare completamente l'attività del Ministero degli esteri. Sono già saltate la visita del premier britannico David Cameron di questa settimana e un intervento all'Onu per denunciare la vicenda della nave carica di armi iraniane e sono a rischio eventi già programmati, come il viaggio del presidente Simon Peres in Austria, previsto per la fine di questo mese, quello del primo ministro Benjamin Netanyahu in Colombia e Messico di aprile e di papa Francesco a maggio.
A causa dello sciopero - che potrebbe divenire generale, avvertono i sindacati - le rappresentanze diplomatiche non rilasciano documenti, neppure i passaporti diplomatici, non inviano rapporti, neanche ai servizi di intelligence, non interagiscono con Stati e istituzioni internazionali, né su questioni politiche, né su temi economici. E il governo non riesce a gestire neanche le nomine degli ambasciatori.
All'origine della lunghissima controversia, che la settimana scorsa sembrava risolta da una mediazione tra i ministeri degli Esteri e delle Finanze andata avanti per sette mesi, ci sono questioni economiche, ma anche la ristrutturazione del servizio diplomatico. In base ad essa, i funzionari dovrebbero poter essere assegnati alle sedi estere sulla base delle esigenze del Ministero degli esteri. Attualmente, i diplomatici sono costretti ad accettare solo la prima sede, quale che sia. Si vorrebbe anche limitare a quattro anni il periodo in cui un diplomatico può stare in sede, nel ministero degli Esteri e fare del servizio all'estero un prerequisito per le promozioni.
Per quanto riguarda il viaggio di papa Francesco, il 4
marzo, alla ripresa dello sciopero, si era parlato della possibilità che la
visita dovesse essere annullata. Il 7 marzo padre Federico Lombardi, direttore
della Salta stampa della Santa Sede dichiarava che il viaggio "rimane in
programma", anche se, aggiungeva, gli scioperi del servizio diplomatico in
Israele potrebbero creare difficoltà alla preparazione.
Il 10 marzo, però, il portavoce del ministero degli Affari Esteri israeliano
Igal Palmor ha detto che la delegazione vaticana che sarebbe dovuta arrivare in
Israele in questi giorni per preparare la visita del Papa andrà solamente in
Giordania e in Cisgiordania.
Ma a tutt'ora nulla appare definitivo.