Covid-19, nell'Uttarkhand scontro su un'altra cerimonia indù
Confermato e poi sospeso un nuovo pellegrinaggio nonostante l'esperienza del Kumbh Mela. Il West Bengal al voto mentre il Paese tocca un nuovo record di morti nelle ultime 24 ore. Padre Joseph: "Gli aiuti medici stanno arrivando dai Paesi contro cui di solito si scagliano i fondamentalisti".
New Delhi (AsiaNews) - Code ai seggi, partite della Lega del cricket e persino un nuovo pellegrinaggio di massa indù che fino a poche ore fa era stato confermato. Accanto all'India che lotta per la sopravvivenza nell'ondata della pandemia e agli aiuti internazionali che cominciano ad arrivare, ci sono appuntamenti e simboli che le autorità locali faticano a mettere da parte in nome delle misure sanitarie.
Nelle ultime 24 ore l'India ha fatto registrare per l'ennesima volta cifre record per contagi e vittime: con 379.257 nuovi pazienti positivi al Covid-19 accertati, il numero ufficiale delle persone attualmente malate di coronavirus secondo il ministero della Sanità ha superato quota 3 milioni. E i 3.645 morti di ieri hanno portato il bilancio complessivo ufficiale a 204.832 vittime da inizio pandemia. Si tratta, però, di dati che tante fonti continuano a riferire come sottostimati rispetto al numero effettivo di cremazioni. E che probabilmente lo sono ancora di più oggi che il contagio sta avanzando anche fuori dalle grandi città.
In questo scenario appaiono surreali le immagini che arrivano oggi dai seggi nel West Bengal dove si tiene l'ultimo turno delle elezioni per il rinnovo del governo locale. Nonostante anche in questo Stato i contagi stiano esplodendo, il voto è andato avanti come se nulla fosse in una regione dove il Bjp, il partito del premier Modi, punta a scalzare dalla guida del governo Mamata Banerjee. Lo stesso Narendra Modi fino a pochi giorni fa si è recato più volte in West Bengal per tenere comizi affollati e senza distanziamenti.
Lo scontro politico si intreccia con le cronache drammatiche della crisi indiana. Il distretto di Aligarh, nell'Uttar Pradesh, ieri ha contato circa 70 persone morte a causa della mancanza di ossigeno. E questo poco dopo che il capo del governo locale Yogi Adityanath, anche lui esponente del Bjp, aveva invitato a “sequestrare le proprietà di quanti diffondono voci su una carenza di ossigeno negli ospedali, che non esiste”.
Un nuovo caso è scoppiato anche sulle manifestazioni religiose di massa indù: nonostante l'incremento del 1800% dei casi di positività al Covid-19 già registrato durante il Kumbh Mela, il governo locale dello Stato dell'Uttarakhand ieri aveva comunque confermato l'annuale pellegrinaggio del Char Dham Yatra, in programma dal 14 al 18 maggio. Solo oggi è arrivata la marcia indietro del capo del governo Tirath Singh Rawat che, pressato dalle polemiche, ha sospeso il nuovo raduno religioso. Saranno solo i sacerdoti dei quattro templi in cui tradizionalmente si svolge il Char Dham Yatra - ha spiegato - a compiere la puja e gli altri rituali.
Il religioso verbita Babu Joseph commenta ad AsiaNews: “Trovo piuttosto esasperante vedere l'irresponsabilità del governo dell'Uttarakhand anche dopo la catastrofe del Kumbh Mela, che abbiamo visto poche settimane fa. Spero e prego che il buon senso prevalga. L'idea che questi rituali religiosi portino sollievo alle sofferenze della gente è pretestuosa. Ciò che serve è un adeguato rifornimento di ossigeno e altri medicinali per fare fronte alla situazione”.
Intanto nel Paese cominciano ad arrivare i primi dispositivi di emergenza per la produzione dell'ossigeno, inviati dalla comunità internazionale. “Dobbiamo però riconoscere - commenta ancora padre Joseph - che la maggior parte degli aiuti sta arrivando proprio da quei Paesi contro cui i fondamentalisti indù inveiscono continuamente. Per esempio gli Stati Uniti che nel rapporto 2021 della Commissione sulla libertà religiosa nel mondo (Uscifr) scrivono che le condizioni della libertà religiosa in India continuano la loro traiettoria negativa. Gli estremisti dicono che la comunità internazionale non ha il diritto o la capacità di definire quanto sono rispettati i diritti costituzionali in India. Ora - mentre da tutto il mondo arriva in India assistenza medica per combattere il Covid-19 - i leader della destra indiana farebbero bene a riflettere sulle loro accuse senza fondamento sulle conversioni forzate contro tante realtà cristiane impegnate accanto a chi soffre in questo Paese”.
I tentativi di silenziare il malcontento nei confronti del governo indiano per la gestione della pandemia continuano anche on line. Ieri per alcune ore Facebook aveva bloccato tutti i post con l'hashtag #Modiresign, che associava alle notizie sul Covid-19 la richiesta di dimissioni del premier indiano. Di fronte alle proteste degli utenti il social network ha parlato di “un errore” e ora sono tornati visibili.
Intanto tra i mondi che non si fermano in India c'è anche quello della Ipl, la Lega del cricket professionistico che continua a disputare le sue partite tenendo isolati in una bolla i giocatori e sottoponendoli a continui test. L'altra sera a Delhi la partita si disputava in uno stadio a poche centinaia di metri da un ospedale con i malati in coda in attesa di un letto. E con il fumo delle pire dei cadaveri nell'aria.
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