Corte costituzionale: entro un anno 'un’alternativa civile alla leva militare'
L’ordine segue una sentenza secondo cui è conforme alla Carta imprigionare gli obiettori di coscienza. La legge prevede due anni di servizio militare per tutti gli uomini sani. Chi si rifiuta rischia fino a tre anni di prigione. Dagli anni '50, 19mila giovani sono stati condannati al carcere.
Seoul (AsiaNews/Agenzie) – Il governo ha un anno per modificare la legge sulla leva militare obbligatoria e prevedere un’alternativa civile. Lo ha ordinato oggi la Corte costituzionale, dopo aver emesso una sentenza in cui dava in parte ragione allo Stato: è conforme alla Carta imprigionare gli obiettori di coscienza, ma non lo è non prevedere un’opzione alternativa.
Lee Jin-sung, presidente della Corte suprema, ha presieduto la commissione di nove giudici. Essi hanno deciso con sei voti contro tre che la legge deve essere cambiata per mettere agli obiettori di coscienza di scegliere un’opzione civile alla leva militare. Poco prima, la Corte aveva deliberato in favore dello Stato, definendo costituzionale l’incarceramento degli obiettori di coscienza per via della “situazione unica della sicurezza nella penisola coreana”.
L’organo giudiziario si era già espresso a riguardo nel 2004 e nel 2011.
Alcune agenzie governative e partiti politici hanno accolto con plauso la decisione della Corte. In Corea del Sud, gli obiettori di coscienza sono da lungo tempo causa di accesi dibattiti. Secondo alcuni, non è plausibile permettere il rifiuto del servizio militare in un Paese dove la sicurezza nazionale è minacciata dalle tensioni con la Corea del Nord. In base alla legge corrente, tutti i giovani uomini sani sono obbligati a servire nell’esercito per due anni. Il rifiuto non giustificato da una valida ragione è punibile con una pena fino a tre anni di carcere. Sin dagli anni ’50, circa 19mila coscritti sono stati arrestati e incarcerati, in genere con una pena a 18 mesi di prigione.
Al momento, vi sono numerosi casi pendenti di obiettori di coscienza presso la Corte suprema. L’organo giudiziario rilascerà un’unica sentenza, che sarà pronunciata durante un’udienza pubblica a fine agosto.