Corea in festa, il kimchi diventa Patrimonio dell'umanità
Seoul (AsiaNews) - Il kimjang, la tradizione di preparare e consumare il kimchi che inizia con l'inverno in tutta la penisola coreana, è un "bene culturale intangibile" che va preservato, dato che "ha oltrepassato le generazioni senza colpo ferire e rappresenta lo spirito comunitario dei coreani. Fa parte della loro identità". Lo ha deciso l'Unesco, l'organismo culturale delle Nazioni Unite, durante l'Assemblea generale che si è svolta a Baku (Azerbaijian) dal 2 al 7 dicembre.
Con il termine "kimjang" si indica il procedimento con cui si prepara il cavolo macerato e speziato ("kimchi") onnipresente nella gastronomia coreana. Si tratta di tagliare enormi quantità di cavolo e altre verdure, speziate e fermentate, che poi andranno interrate in vasi di coccio e lasciate lì per concludere il processo di macerazione. Per molti secoli è stato un processo fondamentale per il popolo coreano, dato che d'inverno non c'era possibilità di trovare verdure fresche. Alla cerimonia partecipa la famiglia e l'intera comunità.
Park Sang-mi, docente di Studi esteri presso l'università Hankuk, spiega: "Il 'kimjang' è lungo e variegato, e per molto tempo ogni famiglia ha avuto il suo sapore speciale. Ma è una cosa più profonda della semplice cucina: esso rappresenta lo spirito 'jeong', ovvero la cura e l'affetto comunitario. Si tratta di un valore che le comunità coreane hanno preservato per secoli".
Secondo i dati presentati all'Unesco, circa il 95% della popolazione coreana mangia kimchi più di una volta al giorno. Il 64% lo preferisce in tutti e tre i pasti della giornata. Infine, lo stesso sondaggio mostra come l'80% dei coreani partecipa in maniera attiva nel procedimento di preparazione del cibo tradizionale.