Conclude il sit-in dopo 782 giorni. La polizia indagherà sul fratello 'ucciso'
SR Sreejith è diventato un “eroe” sui social media. La sua protesta pacifica davanti al segretariato dello Stato del Kerala. Il fratello Sreejeev morto in custodia della polizia. Tra il 2010 e il 2015, almeno 591 decessi sotto sorveglianza.
Trivandrum (AsiaNews/Agenzie) – Seduto per 782 giorni davanti al segretariato dello Stato del Kerala, un uomo indiano ha deciso di sospendere la sua protesta. SR Sreejith ha ottenuto che l’agenzia di investigazione federale, il Central Bureau of Investigation (Cbi), indaghi sul fratello morto in custodia della polizia.
Nelle scorse settimane la storia di SR Sreejith è diventata famosa grazie ai social network. La sua vicenda personale ha attirato l’attenzione di tanti volti noti dello sport e di Bollywood. Sui social media l’hashtag “#JusticeForSreejith” ha ricevuto migliaia di condivisioni.
Il suo sit-in è iniziato il 22 maggio 2015. Il motivo: ottenere giustizia per il fratello minore Sreejeev, 26 anni, morto in circostanze misteriose nell’ospedale governativo. Il giovane era stato arrestato qualche giorno prima dagli agenti per il presunto furto di un cellulare. Secondo i poliziotti, Sreejeev si sarebbe suicidato. Al contrario, Sreejith ha sempre sostenuto che il parente fosse stato malmenato dalla polizia, forse per punirlo per la relazione clandestina con una donna, futura sposa di uno degli agenti.
La popolarità guadagnata grazie ai social ha spinto l’Assemblea statale a disporre un’indagine interna alle forze di polizia. Per Sreejith non era abbastanza e chiedeva l’intervento degli inquirenti federali.
In India le organizzazioni che difendono i diritti umani lamentano che spesso le morti sospette in mano degli agenti vengono coperte definendole "casi di suicidio". Secondo il National Crime Records Bureau indiano, tra il 2010 e il 2015 almeno 591 persone sono decedute in custodia.