09/04/2015, 00.00
LIBANO - TURCHIA - VATICANO
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Con Papa Francesco, autorità e migliaia di fedeli al centenario del genocidio armeno

di Fady Noun
Alla funzione saranno presenti il presidente della Repubblica armena, il patriarca Nerses Bedros XIX e i due Catholicos di Etchmiadzin e di Antelias. La celebrazione è anche occasione per ricordare il dramma delle Chiese d’oriente, ancora oggi vittime di persecuzione. Dal Libano è attesa una delegazione di almeno 400 persone. Prevista una esibizione della corale patriarcale.

Beirut (AsiaNews) - Rispondendo a un voto della Chiesa cattolica armena, domenica 12 aprile - festa della Misericordia - papa Francesco celebrerà una messa per il centenario del genocidio degli Armeni (1915) all’interno della basilica di San Pietro, a Roma. 

Alla cerimonia religiosa saranno presenti il presidente della repubblica d’Armenia Serge Sarkissian, i due Catholicos di Etchmiadzin e di Antelias (della Grande Casa di Cilicia) Karékine II et Aram I, il patriarca Nerses Bedros XIX Tarmouni. A loro si uniranno dei rappresentanti delle migliaia di armeni, attesi nei prossimi giorni nella capitale italiana. 

E' evidente la doppia valenza, nazionale ed ecumenica, della celebrazione. L’incontro assume al tempo stesso una dimensione internazionale in rapporto al dramma che vivono ai giorni nostri le Chiese cristiane del Medio oriente. Esso aiuterà al contempo a mettere in luce sia la causa degli Armeni che, allargando l’obiettivo, quella di tutte le Chiese orientali.  

Dal Libano, una delegazione di 400 persone

Una delegazione di circa 400 persone è attesa a Roma, proveniente dal Libano; fra di loro  vi saranno anche degli alti funzionari in rappresentanza del governo di Beirut. Al momento non è esclusa la presenza di esponenti della stampa armena locale. 

Nella serata del 6 aprile scorso il patriarca Nerses Bedros XIX e i membri del sinodo armeno-cattolico hanno preso l’aereo alla volta di Roma. La delegazione sarà ricevuta in questi giorni da papa Francesco. La corale patriarcale “Groung” (la gru), che prende il proprio nome dall’uccello migratore celebrato nella mitologia e che, secondo la tradizione armena, “abbandona il Paese natale senza perdere la speranza di ritornarvi”, si esibirà domenica 12 aprile in un concerto in Vaticano. 

Cosa dirà papa Francesco alla messa del 12 aprile? 

Il pontefice pronuncerà la parola “genocidio”, per parlare dei massacri che sono stati perpetrati nel 1915? Questo sarebbe senza ombra di dubbio il desiderio delle Chiese armene. Esperti e studiosi ricordano che nel 2006, in occasione della commemorazione degli avvenimenti, quando era ancora arcivescovo di Buenos Aires, Bergoglio  aveva chiesto alla Turchia di riconoscere questi massacri come “il più grave crimine della Turchia ottomana contro il popolo armeno e l’umanità intera”. 

"Tendere la mano”

La Turchia, dal canto suo, non ha mai riconosciuto in via ufficiale il carattere di genocidio presente in questi massacri. Ma il governo turco ha messo in atto alcuni gesti di penitenza, come le condoglianze presentate nel 2014 dall’allora Primo Ministro Recep Tayyip Erdogan, oggi presidente della Turchia, ai parenti delle vittime. 

In occasione del suo viaggio in Turchia, nel novembre scorso, Francesco aveva accolto con favore il gesto di Erdogan, che aveva definito un “tendere la mano”; il pontefice aveva anche lanciato un nuovo appello alla riconciliazione. 

Dal canto suo, con un rito collettivo  in programma per il 23 aprile, la Chiesa apostolica armena intende canonizzare le vittime del massacro perpetrato dal governo dei “Giovani Turchi”; una carneficina che ha causato la morte di più di un milione e mezzo di persone fra la popolazione armena e altre minoranze cristiane.

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