Cina, in un anno sono raddoppiati scioperi e manifestazioni sindacali
Hong Kong (AsiaNews) - Gli scioperi avvenuti in Cina nei primi tre trimestri del 2014 sono aumentati del 101% rispetto ai dati dell'anno precedente. Dietro questo aumento c'è la maggiore visibilità delle azioni dimostrative dei lavoratori - che usano sempre di più i social network - ma anche una generale insoddisfazione riguardo le condizioni di lavoro nel Paese. Lo riporta il China Labour Bulletin (Clb), il primo sindacato libero della Cina, fondato durante i moti di piazza Tiananmen e oggi con sede a Hong Kong.
Secondo i dati del gruppi, che ha pubblicato anche una mappa ragionata degli scioperi, nel terzo trimestre del 2014 si sono verificati 372 scontri per questioni di salario o di orario di lavoro; nello stesso periodo del 2013, i dati mostravano 185 episodi. Nel solo settembre i lavoratori di 165 fabbriche hanno incrociato le braccia, e i dati relativi a ottobre (ancora in lavorazione) non sembrano voler calare.
Le industrie della ricca provincia meridionale del Guangdong - centro tradizionale dell'attivismo operaio del Paese anche grazie alla vicinanza con Hong Kong - sembrano perdere il loro primato: sia dal punto di vista geografico che da quello dei settori industriali, gli scioperi si sono stratificati in tutta la nazione. Il Clb è l'unica realtà sindacale della Cina continentale, dato che il Sindacato dei lavoratori - organismo ufficiale di rappresentanza degli operai e dei contadini - è da sempre in mano al Partito comunista.
Il settore manifatturiero è ancora saldamente al primo posto nel podio delle proteste, con il 45,2% degli scioperi; tuttavia, la maggiore crescita settoriale è da registrare nel campo delle costruzioni. Nel terzo trimestre del 2013 soltanto 4 manifestazioni su 185 (ovvero il 2%) era relativo al settore edile; nello stesso periodo, un anno dopo, sono state 55 su 372, ovvero il 14%. Dietro a questo aumento c'è la bolla speculativa sulle costruzioni, trainate dai prestiti di Stato e ora in caduta libera.
Grande rilevanza anche al pagamento dei contributi di sicurezza, un tema praticamente sconosciuto nel mondo del lavoro cinese ed emerso con forza dopo il massiccio sciopero della Yue Yuen, avvenuto nel 2014 quando oltre 40mila lavoratori fermarono la produzione industriale per chiedere contributi e assicurazione sanitaria. Da allora, spiega il Clb, "gli operai cinesi sono divenuti molto più consapevoli della questione, e nel terzo trimestre dell'anno in corso si sono verificati 16 scioperi collegati in maniera diretta con il pagamento dei contributi".
06/10/2020 13:05