Cibo halal e sale di preghiera, le università coreane si adeguano agli studenti musulmani
Seoul (AsiaNews/Agenzie) – Cibo “halal”, sale di preghiera dedicate ai musulmani e persino cucine e dormitori separati. È quanto stanno mettendo in pratica le università coreane, fra le migliori dell’Asia, per rispondere alla crescente presenza di studenti di fede islamica che passano circa quattro anni in Corea del Sud per conseguire il proprio titolo di studio.
Il fenomeno è dovuto alla “Korean Wave”, ovvero la politica del governo che cerca di attrarre studenti da tutto il mondo per il proprio sistema universitario. Ecco perché, oggi, quasi tutte le maggiori università della capitale fanno “tutto il possibile” per far sentire a proprio agio i ragazzi di religione islamica.
La Kookmin University ha una sala da 40 metri quadri per gli 86 studenti musulmani che studiano lì. La costruzione è stata finanziata dall’Arabia Saudita, tanto che la stanza si chiama “Saudi Club”. La Kyung Hee University ne sta costruendo una simile, mentre la Sungkyunkwan University ha deciso di dedicare alla questione un intero dormitorio, che ora ospita circa 170 ragazzi.
Anche le università cristiane si sono adeguate. Anche se non hanno aperto una vera e propria “sala di preghiera islamica”, hanno adibito alcune zone alla “preghiera multiculturale”. La Ewha Womans University, gestita da una denominazione protestante, ne ha aperta una nel 2012; la cattolica Sogang University si è aggiunta nel 2013.
La Hanyang University è andata oltre, e nel 2013 ha costruito una cucina separata per gli studenti musulmani che vogliano preparare cibo “halal”, ovvero “consentito” secondo le norme della religione islamica. Tra l’altro, racconta il 24enne Jafar – proveniente dal Pakistan – si tratta di una decisione conveniente anche dal punto di vista economico: “Prima trovare cibo halal era possibile ma costoso. In università invece si mangia con molto meno denaro. Ne sono felice”.
La comunità autoctona musulmana della Corea del Sud non supera le 40mila unità. Al contrario, il numero di studenti e turisti che provengono dai Paesi islamici è in continua crescere: solo nel 2014 sono state registrate 100mila nuove domande da parte di studenti che vogliono ottenere il visto e che hanno indicato nei documenti la loro appartenenza all’islam.