Cattolici ed ebrei chiedono che nel mondo ci sia pieno rispetto della libertà religiosa
Città del Vaticano (AsiaNews) - Cattolici ed ebrei chiedono a governi e a leader religiosi e politici di garantire il pieno godimento della libertà religiosa in ogni sua manifestazione, condannano la crescita del "peccato" dell'antisemitismo e della persecuzione contro i cristiani, concordano nell'impegno di approfondire la conoscenza reciproca anche prevedendo che nei corsi di studi per sacerdoti e rabbini si studino i documenti del Vaticano sull'ebraismo.
Sono alcune delle affermazioni contenute nel comunicato congiunto del 22mo incontro dell'International catholic-jewish liaison committee, svoltosi a Madrid, reso noto oggi in Vaticano.
Il documento inizia con l'affermazione che "come cattolici ed ebrei ci impegniamo per costruire un mondo in cui i diritti umani siano riconosciuti e rispettati e in cui tutti i popoli e le società possano prosperare in pace e libertà. Ci impegniamo a rafforzare la nostra collaborazione nel perseguimento di una distribuzione sempre più giusta ed equa delle risorse, in modo che tutti possano trarre vantaggio dai progressi della scienza, della medicina, dell'istruzione e dello sviluppo economico. Ci vediamo come partner nel guarire il nostro mondo creato in modo che possa riflettere sempre più luminosa la visione biblica originale: "Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. (Gen. 01:31)".
Presieduto da Betty Ehrenberg, presidente dell' International Jewish Committee for Interreligious Consultations (IJCIC) e dal cardinal Kurt Koch, presidente della Pontificia commissione per i rapporti religiosi con l'ebraismo l'incontro ha esaminato "l'attuale aumento di antisemitismo, il crescente fenomeno della persecuzione dei cristiani in varie parti del mondo e le minacce alla libertà religiosa in molte società. Alla luce dei nostri ideali religiosi condivisi, abbiamo esaminato le reali difficoltà che le nostre tradizioni religiose affrontano oggi, compresa la violenza, il terrorismo, l'estremismo, la discriminazione e la povertà. Siamo profondamente addolorati per vedere il nome di Dio profanato dal male nascosto in termini religiosi".
Per quanto in particolare riguarda la libertà religiosa, nel documento si afferma: "Incoraggiati nel nostro lavoro dalle espressioni di Papa Francesco e dalla sua preoccupazione per il benessere di tutti, soprattutto dei poveri e degli oppressi, condividiamo la fede nella dignità data da Dio ad ogni persona. Ciò richiede che ad ognuno sia riconosciuta la piena libertà di coscienza e la libertà di espressione religiosa individuale e collettiva, in privato e in pubblico. Deploriamo l'abuso della religione e l'uso della religione per fini politici. Sia gli ebrei che i cattolici condannano la persecuzione per motivi religiosi".
"Chiediamo ai leader politici e ai governi, ai singoli e ai leader religiosi e alle istituzioni di agire per garantire la sicurezza fisica e la protezione giuridica di tutti coloro che esercitano il diritto fondamentale alla libertà religiosa, di tutelare il diritto di cambiare o lasciare il proprio credo religioso; di tutelare il diritto di manifestare la propria fede religiosa; di educare i propri figli secondo le proprie convinzioni. Tra le espressioni religiose sotto attacco oggi che rientrano il diritto di essere protette sono il diritto alla macellazione religiosa, la circoncisione maschile, l'uso e l'esposizione di simboli religiosi in pubblico".
In proposito, vengono evidenziate la persecuzione dei cristiani e la crescita dell'antisemitismo. Sul primo punto si "raccomanda alla Commissione vaticana per i rapporti religiosi con l'Ebraismo e all'IJCIC di lavorare insieme su situazioni che riguardano la persecuzione delle minoranze cristiane, presenti in tutto il mondo; per richiamare l'attenzione su questi problemi e per sostenere gli sforzi che garantiscano piena cittadinanza a tutti i cittadini, indipendentemente dalle convinzioni religiose o etniche in Medio Oriente e altrove. Inoltre, incoraggiamo gli sforzi per promuovere il benessere delle minoranze cristiane ed ebraiche in tutto il Medio Oriente".
Quanto alla crescita dell'antisemitismo, "come Papa Francesco ha più volte detto, 'un cristiano non può essere un antisemita'. Incoraggiamo tutti i leader religiosi a continuare ad essere una voce forte contro questo peccato. La celebrazione del 50 ° anniversario della Nostra Aetate del 2015 è un momento privilegiato per riaffermare la sua condanna dell'antisemitismo. Chiediamo che gli insegnamenti antisemiti siano eliminati dalla predicazione e dai libri di testo in tutto il mondo. Allo stesso modo, ogni espressione di sentimento anti-cristiana è altrettanto inaccettabile".