Card. Gracias: L’India tra i Paesi più inquinati, serve un impegno serio per il clima
L’arcivescovo di Mumbai è tra i 260 firmatari di un appello ai leader mondiali in cui si chiede di mettere in pratica subito l’accordo di Parigi sul clima. Il cardinale cita l’enciclica “Laudato sì” di papa Francesco e sottolinea che sono i poveri a dover pagare le conseguenze dell’inquinamento. Rivolge un invito: “Venite a vedere quanto sono sporchi i villaggi, a respirare l’aria più inquinata del pianeta”.
Mumbai (AsiaNews) – In India vivono circa 76 milioni di persone che non hanno accesso all’acqua potabile, il numero più elevato al mondo; periodi di siccità estrema colpiscono ogni anno vari Stati; su 10 città con il più alto tasso di inquinamento, sei si trovano in India e la loro popolazione respira aria inquinata oltre 15 volte il limite massimo consentito. Sono le motivazioni che hanno spinto il card. Oswald Gracias, arcivescovo di Mumbai e presidente della Federazione delle Conferenze episcopali asiatiche, a firmare una dichiarazione per chiedere ai capi di Stato mondiali di mettere in pratica subito l’accordo di Parigi sul clima.
La dichiarazione è stata firmata da oltre 260 leader religiosi. Essi hanno sollecitato i governi – che hanno ratificato lo storico accordo sul cambiamento climatico la scorsa settimana a New York – ad accelerare l’eliminazione dei sussidi ai combustili fossili, una delle fasi di transizione per il passaggio al 100% delle energie rinnovabili entro il 2050.
Il card. Gracias è tra i 20 leader religiosi indiani che hanno firmato la Interfaith Climate Change Statement. Al The Hindustan Times, ha riferito le drammatiche condizioni in cui vive la popolazione del suo Paese e ha lanciato un appello affinchè “l’umanità smetta di sfruttare il nostro pianeta, che è un dono di Dio”.
L’arcivescovo di Mumbai ha affermato: “Le comunità religiose stanno già lavorando duramente per alleviare molti dei problemi del mondo, ma possiamo fare ancora di più per ridurre le emissioni nelle case, nei luoghi di lavoro e in quelli di culto, e per liberarci dai combustibili fossili e investire nelle fonti di energia rinnovabile”.
Citando l’enciclica Laudato sì di papa Francesco sulla cura del creato, il porporato aggiunge: “Ciò che è più immorale è che l’impatto peggiore ricade sui poveri, che hanno avuto le minori responsabilità nell’inquinamento del pianeta. Per il loro bene, deve cessare subito la combustione di carburanti fossili come il carbone, il petrolio e il gas, e anche l’urbanizzazione senza sosta e non pianificata. Circa 21 Paesi hanno già dimostrato che è possibile ridurre le emissioni di gas serra e allo stesso tempo sostenere la crescita economica. L’India potrebbe essere tra quei Paesi, ma così non è”.
Ricordando la celebrazione della Giornata mondiale della terra, lo scorso 22 aprile, il cardinale ha evidenziato che “lo stato attuale del nostro pianeta ci impone di deplorare le sue condizioni e agire per porvi rimedio”. “A circa un anno dalla pubblicazione della lettera enciclica, che io invito tutti a leggere, cosa è davvero cambiato nel mondo e in India?”, ha domandato. La risposta è sconfortante: “Papa Francesco ha scritto che ‘la terra, nostra casa, sembra trasformarsi sempre più in un immenso deposito di immondizia’ (n. 21). Uscite per le strade in India, e respirerete un’aria tra le più inquinate di tutto il pianeta. Fate una passeggiata tra le nostre città e per i villaggi, e vedrete la sporcizia dei nostri fiumi”.
Di certo, ha concluso, “esistono degli esempi positivi, come gli investimenti del governo nelle fonti di energia solare. Inoltre nella città di Delhi ha avuto grande successo lo schema di razionamento del traffico stradale. Ma tutto questo non basta”.
25/09/2019 11:19