Capo ultranazionalista: In India tutti sono indù, compresi i musulmani
Mohan Bhagwat è il leader del Rashtriya Swayamsevak Sangh. È intervenuto durante una conferenza indù in Madhya Pradesh. “Anche i musulmani sono indù per nazionalità ma islamici per fede”. “Alcune forze maligne sfrutteranno i poveri, i malati e gli ignoranti e faranno in modo che agiscano contro il Paese”.
Mumbai (India) – “Ogni persona che vive in India è indù, compresi i musulmani, che sono indù per nazionalità ma islamici per fede”. Lo ha detto Mohan Bhagwat, capo del Rashtriya Swayamsevak Sangh (Rss), gruppo paramilitare e ultranazionalista indù di cui il partito di governo Bjp (Bharatiya Janata Party) è il braccio politico. Egli è intervenuto durante l’“Hindu Sammelan” [conferenza indù] a Betul, in Madhya Pradesh, e ha dichiarato che “chiunque rispetti la ‘Bharat Mata [Madre India] è un indù”.
In precedenza aveva visitato la cella n.1 del carcere locale, dove nel 1948 dopo l’assassinio del Mahatma Gandhi è stato rinchiuso M S Golwalkar, ex capo dell’Rss. Ad AsiaNews Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), lamenta: “Il capo dell’Rss continua a portare avanti l’ideologia della destra radicale dei fondatori. Questa dichiarazione e l’aver reso omaggio alla cella dove Gowalikar fu incarcerato, lanciano un forte messaggio all’ideologia dell’Hindutva”.
Bhagwat ha affermato: “Anche se seguiamo fedi differenti e abbiamo diversi modi di adorazione, siamo tutti la stessa cosa. Se l’India vuole diventare un leader mondiale, gli indù devono assumersi le proprie responsabilità. Se qualcosa va storto, le domande vanno poste solo agli indù”. Questo perché, ha sottolineato, “l’India è un Paese solo per indù”.
Il capo dell’Rss ha invitato i fedeli indù a rimanere uniti. “Se non restiamo uniti – ha affermato – e non aiutiamo gli altri, alcune forze maligne sfrutteranno i poveri, gli ignoranti e i malati. Esse utilizzeranno queste differenze per far in modo che alcune persone agiscano contro il Paese”. Alcuni commentatori vedono in queste parole un’accusa indiretta alle attività sociali dei cristiani. Poi ha aggiunto: “Non vogliamo che qualcuno rimanga debole. Vogliamo che essi diventino capaci e che si trasformino da riceventi in donatori”.
Il Gcic condanna con fermezza i commenti del capo del gruppo radicale indù, e afferma che essi “creano divisione e seminano discordia e sospetto. Inoltre commenti di questo tipo prendono come bersaglio i settori più vulnerabili della società indiana, come le minoranze, i dalit e i tribali”.
Sajan K George ricorda che “la Costituzione dell’India garantisce la nostra libertà religiosa, la diversità culturale e il pluralismo”. E conclude: “Il capo degli ultranazionalisti deve astenersi dal pronunciare simili dichiarazioni fasciste”.
10/01/2018 15:03
28/01/2019 08:46