16/01/2025, 11.01
LIBANO - ISRAELE - GAZA
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Beirut: la ‘nuova’ maggioranza accoglie con sollievo e prudenza la tregua a Gaza

di Fady Noun

Entusiasmo nei campi profughi palestinesi in Libano per l’accordo di cessate il fuoco nella Striscia fra Israele e Hamas. Nawaf Salam, ex presidente della Corte penale internazionale, eletto nuovo primo ministro. Macron atteso a Beirut. La Chiesa maronita plaude all’adozione da parte del Libano del principio di “neutralità positiva” in politica estera. Primo viaggio all’estero del presidente Aoun in Arabia Saudita.

Beirut (AsiaNews) - Con un misto di “sollievo e prudenza” per il timore di ripensamenti all’ultimo minuto del premier israeliano Benjamin Netanyahu, le alte sfere politiche a Beirut e la “nuova maggioranza” emersa dal voto presidenziale del 9 gennaio hanno accolto il cessate il fuoco raggiunto ieri a Gaza. L’annuncio ufficiale è giunto a conclusione di trattative serrate a Doha, in Qatar, e per effetto della pressione congiunta del capo di Stato uscente Usa Jeo Biden e del successore Donald Trump, che presterà giuramento il prossimo 20 gennaio. Se l’istituzione della tregua nella Striscia “è il segno che si sta instaurando un nuovo ordine regionale” come affermano alcuni, al tempo stesso negli ambienti diplomatici si ricorda che la questione di fondo, ovvero la definitiva nascita di uno Stato palestinese, resta “irrisolta e immutata”. Inoltre, in una delle sue ultime dichiarazioni Matthew Miller, portavoce del Dipartimento di Stato, ha parlato di “utopia” di Stato israeliano solo per gli ebrei “in un Paese in cui vivono uno fianco all’altro sette milioni di israeliani e cinque milioni di palestinesi”. 

Sul versante libanese l’annuncio dell’accordo di cessate il fuoco è stato accolto da un’esplosione di gioia segnata da raffiche di mitra, marce festose per vie e piazze, fuochi d’artificio e distribuzione di dolci. “È il momento che aspettavamo da un anno e mezzo, dopo un genocidio e tante sofferenze. Finalmente la vittoria!” ha esclamato una giovane donna di Bourj el-Brajné, campo profughi palestinese situato nella periferia sud della capitale, citata dalla stampa francofona.

La notizia della tregua a Gaza giunge in un momento in cui, dopo l’elezione a presidente dell’ex comandante dell’esercito Joseph Aoun, la “nuova maggioranza” ha inferto un ulteriore colpo al prestigio di Hezbollah eleggendo con ampio margine (85 voti su 128) l’ex presidente della Corte penale internazionale, Nawaf Salam, a primo ministro. Sentendosi ingannato, il partito filo-iraniano ha boicottato le consultazioni parlamentari informali condotte da Salam subito dopo la sua elezione, in vista della formazione del suo esecutivo. “Notevolmente indebolito, Hezbollah non solo ha perso la guerra, ma ha anche perso la faccia”, ha sottolineato un autorevole analista e commentare locale, dietro anonimato perché non autorizzato a parlare con la stampa.

Tuttavia, di fronte alle proteste dei blocchi parlamentari che non vogliono che Hezbollah si senta “escluso” dal gioco politico, un’inversione di rotta da parte del partito è ancora possibile. Il premier designato Salam si è impegnato a non procedere alla formazione del governo finché non avrà avuto un colloquio con il presidente del Parlamento, Nabih Berry. Questo incontro avrà luogo domani, venerdì 17 gennaio. Secondo le stesse fonti, Salam è deciso ad applicare alla lettera il principio della separazione dei poteri ed esclude di assegnare un portafoglio ministeriale a un deputato in carica. Inoltre, pur rispettando il principio della parità musulmano-cristiana all’interno del governo, non ritiene che le componenti comunitarie del suo esecutivo debbano necessariamente essere affiliate a partiti o formazioni politiche specifiche.

Fase di transizione

Sempre domani il presidente francese Emmanuel Macron è atteso in Libano “in una fase della storia del Paese che è di transizione” verso una nuova era, come recita un comunicato stampa diffuso dall’Eliseo alla vigilia. Per l’occasione il capo dello Stato transalpino confermerà indirettamente l’impegno permanente del “quintetto” composto da Stati Uniti, Francia, Arabia Saudita, Egitto e Qatar a svolgere il ruolo di angelo custode del cambiamento in Libano. Inoltre, Parigi si impegna a monitorare l’attuazione del cessate il fuoco introdotto nel novembre 2024 e a rafforzare l’impegno francese all’interno della missione Unifil sotto l’egida delle Nazioni Unite.

Nei giorni scorsi il presidente Joseph Aoun ha riferito al capo del Comando militare statunitense per il Medio Oriente (Centcom), Erik Kurilla, ricevuto a Baabda, della lentezza del ritiro israeliano dal territorio libanese a poco più di 10 giorni dalla scadenza del termine dei 60 previsti per il suo completamento (27 gennaio). Lo ha inoltre informato che è stato portato a termine un dossier accessorio al cessate il fuoco, con lo smantellamento di tutte le strutture militari delle fazioni palestinesi ancora sparse nel sud del Libano e nella Bekaa. Alcune di queste avevano fornito supporto militare a Hezbollah nella sua guerra a sostegno di Hamas, iniziata l’8 ottobre 2023.

Inoltre, in un’ottica di riequilibrio della sua presenza nel mondo arabo, abbiamo appreso che il nuovo Capo di Stato si recherà a breve in Arabia Saudita, il suo primo viaggio ufficiale al di fuori del Libano, in risposta a un invito ufficiale del principe ereditario Mohammed Ben Salman.

Neutralità positiva

Parlando dal palazzo presidenziale di Baabda, dove è stato ricevuto ieri mattina da Aoun, il patriarca maronita Beshara Raï ha sottolineato la necessità di essere ottimisti nel poter superare le sfide. “Il presidente Aoun - ha detto il porporato - spera che venga formato un governo al più presto, senza alcuna esclusione, in modo che tutte le parti interessate possano essere coinvolte nella ricostruzione del Paese”. Nel suo discorso inaugurale, il nuovo capo di Stato ha affermato che la “neutralità positiva” sostenuta dal primate della Chiesa maronita sarà il principio guida della politica estera libanese sotto il suo mandato.

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