Bangkok: Rilanciare l’economia e cacciare gli Shinawatra, le priorità della giunta militare
Bangkok (AsiaNews) - Ricerca di sostegno fra i Paesi dell'area Asia-Pacifico ed epurazione, lenta ma sistematica, dei membri più vicini al "clan Thaksin", che per oltre un decennio ha dominato la scena politica ed economica della Thailandia vincendo tutte le elezioni negli anni duemila. Sono questi i due obiettivi principali che si è prefissata la giunta militare, al potere dalla fine di maggio in seguito al colpo di Stato che ha determinato la cacciata della premier Yingluck Shinawatra. Oltre a rilanciare l'economia nazionale, affossata da mesi di stallo politico e dal blitz dell'esercito che ha allarmato gli investitori stranieri. Per questo le alte sfere militari hanno deciso di sollevare il coprifuoco nelle più importanti località turistiche, dove si cerca di restituire una immagine di normalità e di ripresa delle attività.
Il 20 maggio scorso i militari hanno dichiarato la legge marziale, imposto la censura sui media e dopo 48 ore, assunto il controllo della nazione con il colpo di Stato, mettendo fine a mesi di proteste delle "Camicie gialle" che volevano le dimissioni dell'ex premier Yingluck Shinawatra. Un'operazione giunta al termine di una due giorni di colloqui fra le varie fazioni politiche che, come i negoziati delle scorse settimane, si era conclusa con un nulla di fatto. Le proteste anti-governative hanno causato quasi 30 morti e centinaia di feriti; tuttavia la decisione dei militari di portare a compimento il colpo di Stato ha sollevato critiche della comunità internazionale, Stati Uniti e Onu in testa. Diversa, invece, la posizione di governo della zona fra cui Cina e Vietnam, che hanno garantito il sostegno al nuovo esecutivo di Bangkok e un riconoscimento giunge anche dal confinante Myanmar, peraltro retto per decenni da una giunta militare
I vertici dell'esercito thai continuano l'opera di rimozione degli ex funzionari e ufficiali fedeli alla famiglia Shinawatra. Fra questi i governatori di 13 province, in particolare a nord e nord-est del Paese, assieme ai vertici della polizia, bastioni del potere di Thaksin. Esperti di politica thai sottolineano che l'esercito vuole portare a termine l'opera iniziata nel 2006, sradicando "l'influenza degli Shinawatra". In risposta un gruppo formato da 15 fedelissimi dell'ex governo, fuggiti all'estero, vuole formare un (primo) movimento di disobbedienza civile contro i militari. Jakrapob Penkair, ex ministro e fra i fondatori delle "Camicie rosse", denuncia un processo di "distruzione sistematica" della democrazia nel Paese.
Una fonte diplomatica di AsiaNews a Bangkok, dietro anonimato, riferisce che "la situazione generale è quieta", i principali attori in gioco "sanno che devono restare calmi" perché "l'esercito controlla ogni ambito" della vita pubblica. La presenza dei militari "è minima", aggiunge, ma "il messaggio è chiaro: comandiamo noi". I soldati hanno promossi incontri con la cittadinanza, con gli studenti nelle scuole, dicono "di obbedire e cercano allo stesso tempo di rasserenare gli animi... cercano di fare del loro meglio per risolvere i problemi politici e sociali" della Thailandia.
La principale preoccupazione dei vertici militari, continua la fonte, è di "risollevare l'economia": hanno rimosso il coprifuoco dai luoghi di vacanza, cercano di "calmierare i prezzi e di contenere l'inflazione", risolvendo il problema dello schema sui sussidi di riso "vendendolo a basso prezzo". Il punto è che la gente "non crede più nel concetto di democrazia sul modello occidentale" che "qui ha fallito", ma prevale la volontà di "un governo forte che guidi il popolo". In genere, conclude, fra la popolazione, compresi i "rossi" pro-Thaksin, prevale il consenso verso il colpo di Stato perché "i governati hanno defraudato il Paese e gli interessi delle persone".
Dal 1932 a oggi, i militari hanno thai compiuto almeno 12 colpi di Stato. Nel dicembre scorso, dopo mesi di stallo, Yingluck - accusata di essere un "pupazzo" nelle mani del fratello Thaksin, in esilio per sfuggire a una condanna a due anni per corruzione - ha dissolto il Parlamento e convocato elezioni anticipate. Ai primi di maggio un tribunale ha ordinato la rimozione della premier e di nove ministri per abuso di potere; la Shinawatra è oggetto di inchiesta per lo schema di sussidi nella produzione di riso, che avrebbe causato un buco di miliardi nel bilancio. Gli oppositori chiedono riforme politiche, nuove elezioni e "la fine del regime dei Thaksin", che hanno vinto le elezioni politiche dal 2001 a oggi potendo contare su un vasto sostegno popolare al nord e al nord-est.