Aung San Suu Kyi e Shwe Mann alleati contro i militari. Cattolico birmano: “positivo”
Yangon (AsiaNews) - Una alleanza “molto probabile” e che potrebbe “in qualche modo fornire esiti positivi”, anche se non è possibile al momento prevedere “gli effetti sul voto” e se potrà creare nuovi equilibri politici in seno al Paese. Così una fonte cattolica di AsiaNews a Yangon, dietro anonimato, giudica le cronache di questi giorni che prospettano una possibile unione di intenti fra la leader dell’opposizione birmana Aung San Suu Kyi e il presidente del Parlamento Shwe Mann. Nei giorni scorsi la Nobel per la pace ha ha annunciato il proposito di formare una “alleanza” con Shwe Mann ex leader del partito di governo Union Solidarity and Development Party (Usdp), poi rimosso. La “Signora” è intervenuta alla riapertura dei lavori dell’Assemblea nazionale, alla sua ultima sessione di incontri prima della pausa per le elezioni nazionali di novembre.
Rivolgendosi ai cronisti il segretario generale della Lega nazionale per la democrazia (Nld) ha affermato che la cacciata di Shwe Mann - voluta dal presidente birmano Thein Sein - è un chiaro segno di “chi è il nemico e chi è l’alleato”. E per il futuro, aggiunge, la Nld intende lavorare con “l’alleato”, sfruttando le divisioni interne allo Usdp che potrebbero portare ad un’ulteriore crescita del sostegno elettorale per la Nld.
Per diversi analisti ed esperti una eventuale unione di intenti fra Suu Kyi e il presidente uscente del Parlamento ha un grande valore. Egli esercita una notevole influenza nel Paese, è apprezzato da una parte del pubblico e potrebbe essere il presidente del “compromesso”, in vista di una piena legittimità politica della Nobel per la pace che al momento non può ambire alla carica per una norma contra personam che la esclude dalla corsa.
Al momento non vi sono particolari elementi circa una possibile alleanza fra i due leader; tuttavia, un terreno comune potrebbe essere proprio quello delle riforme costituzionali, per emendare la Carta e consentire una piena legittimazione politica ad Aung San Suu Kyi.
Shwe Mann, ex alto ufficiale della giunta militare al potere in Myanmar fino al 2011, è stato cacciato dal partito nel contesto di una lotta di potere interna col presidente Thein Sein. Secondo gli osservatori internazionali il voto di novembre e le modalità di svolgimento rappresenteranno un passo fondamentale nel cammino di democratizzazione del Paese, che negli ultimi mesi ha peraltro subito un brusco rallentamento.
La fonte di AsiaNews mostra di apprezzare il presidente del Parlamento, una persona “educata, colta e che per questo crea qualche problema all’interno del partito di governo. Sotto certi aspetti egli è contro i militari, ha una visione più aperta e stava ritagliandosi un potere sempre più ampio”. Con lui, spiega l’esperto, la Nld “potrebbe essere più forte, ma la maggioranza sembra essere ancora in mano ai militari e al partito di governo. Sembra difficile, al momento, ipotizzare una vittoria dell’opposizione alle elezioni di novembre”. Elezioni, conclude la fonte, che “difficilmente saranno davvero pulite, giuste, democratiche… ma vediamo quello che succederà!”.