Attentati di Pasqua, il card. Ranjith contro i proscioglimenti facili
L’arcivescovo di Colombo esprime tristezza e malcontento per la liberazione di alcuni sospetti. Le indagini “non vanno come dovrebbero” e i parenti delle vittime sono ancora “in attesa di giustizia”. La commissione di inchiesta sulla strage intima di non commentare le decisioni prese e vuole mettere il bavaglio ai tre ausiliari.
Colombo (AsiaNews) - “È un fatto triste e misero che persone sospettate di coinvolgimento negli attentati della domenica di Pasqua [del 2019] siano rilasciati e prosciolti da ogni accusa”. Non usa mezzi termini l’arcivescovo di Colombo, il card Malcolm Ranjith, per esprimere la propria insoddisfazione di fronte al rilascio avvenuto in questi giorni di alcune persone coinvolte nei sanguinosi attacchi dello scorso anno. Parole che contrastano con il monito lanciato dalla stessa Commissione di inchiesta sulla strage - 280 le vittime, quasi 600 i feriti - che intima ai tre vescovi ausiliari della capitale e persino all’ex presidente Maithripala Sirisena di non commentare le decisioni dei suoi membri.
I parenti delle vittime e quanti hanno subito danni fisici o psicologici, attacca il porporato, “sono in attesa di giustizia” ed è “un peccato che le indagini non stiano andando come dovrebbero”. Sono gli stessi poliziotti, prosegue, che si contraddicono nei diversi comunicati.
Durante la conferenza stampa il cardinale ha mostrato un video in cui il portavoce della polizia Jaliya Senaratne avrebbe scovato “prove evidenti” del coinvolgimento di Riyaj Bathiudeen, fratello dell’ex ministro Rishad, negli attacchi. Al riguardo egli parla di un “accordo politico” dietro il rilascio di una persona coinvolta nell’inchiesta e legata a personalità governative di primo piano.
Ai membri della commissione il parlamentare cattolico Harin Fernando aveva affermato che il card Ranjith era stato avvisato di possibili attacchi il giorno di Pasqua. E per questo il porporato non aveva celebrato la messa solenne, che egli presiede ogni anno come da tradizione. Affermazioni respinte al mittente come false dai tre vescovi ausiliari di Colombo mons. Maxwell Silva, mons. Anthony Jayakody e mons. Anton Ranjith.
Ad oggi gli inquirenti della sezione criminale (Cid) hanno arrestato 119 persone, mentre l’anti-terrorismo (Tid) ha fermato altre 78 persone. Di questi, almeno 92 sono già stati interrogati e altri 33 sospetti sono in regime di custodia cautelare in carcere.
Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente dello Sri Lanka Gotabaya Rajapaksa, che ricorda come “la sicurezza nazionale sia la prima e più importante responsabilità del governo”. “Non sono disposto - ha aggiunto in un messaggio pubblicato sui social - a cedere ai politici il potere di arrestare o rilasciare persone in modo arbitrario, come avvenuto in passato”. Egli assicura infine di adottare qualsiasi azione necessaria per “correggere eventuali omissioni o errori commessi dalle autorità o dai funzionari competenti”.