05/01/2022, 11.46
CINA-TURCHIA
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Atrocità nello Xinjiang: uiguri denunciano in Turchia 112 funzionari cinesi

Le accuse sono genocidio, tortura, stupro e crimini contro l’umanità. Mossa dettata dall’immobilismo della giustizia internazionale. Tra gli uiguri imprigionati in Cina anche cittadini turchi. L’iniziativa avrà scarso valore pratico, ma pone un problema politico a Erdogan.

 

Pechino (AsiaNews) – Un gruppo di 19 uiguri residenti in Turchia ha presentato un’istanza di giudizio nei confronti di funzionari cinesi, colpevoli secondo loro di genocidio, tortura, stupro e crimini contro l’umanità. Il governo cinese è accusato da più parti di atrocità contro le minoranze turcofone di fede musulmana che vivono nello Xinjiang e in altre province della Cina.

La citazione è stata presentata alla procura generale turca. Riguarda la situazione di 116 uiguri – tra cui anche cittadini turchi – che secondo i ricorrenti sono detenuti nelle carceri cinesi, e chiede un processo per 112 funzionari di Pechino, inclusi esponenti del Partito comunista cinese, direttori e ufficiali responsabili di campi di prigionia. Come riporta la Reuters, L’avvocato Gulden Sonmez ha dichiarato che la mossa si è resa necessaria per l’immobilismo della giustizia internazionale.

Secondo le Nazioni Unite, diverse organizzazioni umanitarie e i media internazionali, dal 2017 le autorità cinesi hanno imprigionato in veri e propri campi di concentramento circa 1,8 milioni di uiguri, kazaki e kirghisi dello Xinjiang. Le accuse si basano sul vaglio di documenti ufficiali di Pechino e su testimonianze dirette di ex detenuti e guardie carcerarie. Esse comprendono una serie di violazioni dei diritti umani, tra cui tortura e altri trattamenti disumani, sterilizzazioni forzate, stupro e separazione forzata di minori.

I cinesi negano ogni imputazione, affermando che quelli nello Xinjiang sono centri di avviamento professionale e progetti per la riduzione della povertà, la lotta al terrorismo e al separatismo.

Sebbene la legge turca contempli una giurisdizione universale, l’azione giudiziaria intentata dal gruppo di fuoriusciti uiguri non avrà alcun effetto pratico, visto che la Cina si rifiuterà di collaborare. Però potrà avere ricadute politiche sul presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Circa 50mila uiguri vivono in Turchia. Il governo turco è stato accusato di aver deportato in Cina profughi uiguri in cambio di aiuti economici da Pechino, un’accusa che Erdogan respinge.

Per la sua ambigua politica rispetto al trattamento ricevuto dagli uiguri in Cina, Erdogan è spesso sotto attacco delle opposizioni. In ottobre però Ankara ha sottoscritto  insieme ad altri 42 Paesi una dichiarazione di condanna dell’operato cinese nello Xinjiang, presentata all’Onu: la prima volta che l’esecutivo turco appoggia un documento del genere.

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