Armonia e fratellanza: i doni per Dhaka in un Paese dal futuro incerto
La piccola comunità cattolica del Bangladesh celebra il Natale con un misto di fiducia e preoccupazione nella nuova fase aperta dal movimento degli studenti che in estate ha travolto l'Awami League. L'arcivescovo di Dhaka Bejoy N. D’Cruze: "Immaginiamo un Paese in pace in cui le persone emarginate siano trattate con dignità e uomini e donne godano degli stessi diritti".
Dhaka (AsiaNews) - Quest'anno, in Bangladesh, i cattolici celebrando il Natale con un misto di speranza e incertezza dopo un anno turbolento. Tra luglio e agosto il Paese ha assistito a una sollevazione popolare guidata dagli studenti, che ha provocato 859 morti e oltre 11.000 feriti. L'ex primo ministro Sheikh Hasina è fuggita in India, lasciando la nazione sotto la guida di un governo ad interim presieduto dall’economista premio Nobel per la pace Muhammad Yunus che nei giorni scorsi ha promesso elezioni per la fine del 2025 o l’inizio del 2026.
I cattolici, che storicamente sostenevano il partito Bangladesh Awami League di Hasina, stanno rivalutando la loro posizione politica e cercando un'alternativa laica.”Abbiamo sostenuto l'Awami League, ma ora stiamo cercando una seconda opzione, che possa promuovere un Paese in cui persone di tutte le fedi possano vivere insieme”, commenta Raphael Gomes, un cattolico di 65 anni del quartiere Tejgaon di Dhaka. Racconta la sua preoccupazione per l'influenza crescente dei gruppi islamisti che lottano per il potere, il che rappresenta una potenziale minaccia per le minoranze religiose.
Le difficoltà economiche stanno anche pesando sui cittadini comuni. L'aumento dei costi dei beni di prima necessità ha aggravato le loro difficoltà. “Anche sotto il governo dell'Awami League, l'inflazione era alta. Purtroppo, questo governo ad interim non è riuscito a controllarla e questo fa soffrire la gente comune”, lamenta Ranjit Rozario, un giovane cattolico, parlando ad AsiaNews. Chiede all'amministrazione ad interim a prendere misure immediate per affrontare l'inflazione e alleviare il suo peso sulla vita delle persone.
La comunità cristiana continua a sperare che il Bangladesh emerga da questa transizione come una nazione democratica e inclusiva, dove tutti i cittadini - indipendentemente dalla loro fede - possano convivere pacificamente. L'arcivescovo di Dhaka mons. Bejoy N. D’Cruze in questo Natale ha fatto eco a questi sentimenti, chiedendo preghiere e sforzi collettivi per costruire un futuro armonioso per il Paese. “Grazie al movimento guidato dagli studenti – ha detto il presule durante una conferenza stampa tenuta il 23 dicembre nell’arcivescovado di Ramna a Dhaka - il governo ad interim ora sta gestendo il nostro Paese. Speriamo in una nazione in cui le persone vivano in armonia e fratellanza. Auspichiamo che il Bangladesh diventi un Paese democratico e laico e preghiamo per il successo del governo ad interim".
L'arcivescovo D’Cruze, che è anche presidente della Conferenza dei vescovi cattolici del Bangladesh, ha sottolineato la preoccupazione globale della Chiesa per la pace. "Il giorno di Natale, la nostra preghiera principale a Gesù Cristo sarà per i Paesi afflitti da guerre e conflitti. Desideriamo la pace per tutte le nazioni, incluso il Bangladesh. Immaginiamo un Paese pacifico in cui le persone emarginate siano trattate con dignità e uomini e donne godano degli stessi diritti".
In Bangladesh vivono circa mezzo milione di cattolici su una popolazione di oltre 170 milioni di abitanti. Le comunità si riuniranno la mattina di Natale, il 25 dicembre, per partecipare a Messe speciali. Dopo le celebrazioni, canteranno canti natalizi, condivideranno dolci e visiteranno amici e parenti, celebrando lo spirito festivo di gioia e unità.
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