Anche l'ospedale cattolico in aiuto alle vittime del Kumbh Mela
Il card. Oswald Gracias, arcivescovo emerito di Mumbai, racconta ad AsiaNews la vicinanza dei vescovi alle vittime della calca durante il grande pellegrinaggio indù: "Sono morte persone semplici, che cercavano il messaggio di Dio. Preghiamo per loro. Lavoriamo per il nostro Paese e per il nostro popolo per far sì che non ci siano lacrime negli occhi di nessun indiano".
Bhubaneswar (AsiaNews) -“Anche il nostro Catholic Nazareth Hospital a Prayagraj è stato mobilitato per fornire assistenza nell’emergenza dei pellegrini del Kumbh Mela. Le nostre scuole e istituzioni cattoliche sono aperte per offrire loro assistenza”. Da Bhubaneswar – dov’è in corso l’Assemblea della Conferenza dei vescovi cattolici dell'India (Ccbi) – il card. Oswal Gracias, arcivescovo emerito di Mumbai, racconta così la partecipazione della Chiesa indiana al dolore per la tragedia avvenuta al grande pellegrinaggio indù che raduna milioni di persone. Con il passare delle ore il bilancio delle vittime della calca è salito ad almeno 30 persone.
“Posso dire sinceramente dal mio cuore che è stato un incidente tragico – continua Gracias -. Sono morte persone semplici, persone che volevano cercare Dio, che cercavano il messaggio di Dio. Ora non si tratta di andare a cercare dei colpevoli. Posso solo immaginare le sofferenze delle famiglie, il trauma e l'ansia che devono sopportare mentre cercano i loro cari. Questa mattina, durante la Messa, abbiamo pregato per le anime di quanti hanno perso la vita al Kumbh Mela a Prayagraj. Sono state recitate anche preghiere speciali per le loro famiglie. Per me è una sofferenza anche personale: sono stato lì, conosco il posto, immagino quanto accaduto. Possiamo solo pregare per le persone colpite e augurarci che il governo adottare misure e sistemi di trasporto adeguati per evitare che qualcosa di simile accada di nuovo. Sono certo che lo farà”.
Proprio oggi - 30 gennaio – l’India celebra la Giornata dei martiri per ricordare il Mahatma Gandhi, padre della nazione. “Anche noi questa mattina ci siamo recati tutti alla statua di Gandhi, compreso il nunzio e il cardinale presidente Filipe Neri Ferrao, l’abbiamo onorata con una ghirlanda - continua il card. Gracias -. Pensiamo a tutti i martiri e alle anime di tutti quanti sono morti al servizio del nostro Paese. Oggi sottolineiamo il valore della libertà, del patriottismo e il grande apprezzamento della nazione per quanti hanno combattuto per la sua indipendenza. La nostra responsabilità è quella di lavorare per il nostro Paese e per il nostro popolo e di fare in modo che non ci siano lacrime negli occhi di nessun indiano. In questo la Chiesa vuole aiutare il più possibile”.
“In questo anno del Giubileo – conclude il porporato di cui pochi giorni fa papa Francesco ha accolto la rinuncia alla guida dell’arcidiocesi di Mumbai - abbiamo molta speranza. Ci sono sempre delle sfide, ma siamo fiduciosi che Dio sia con noi. Il popolo indiano è resistente. È forte, altruista e ha profondi valori spirituali che ci spingono a lavorare in modo disinteressato per gli altri, per il nostro Paese e soprattutto per le fasce più deboli. La mente, il cuore e l'anima indiana sono molto aperti ad aiutare gli altri. Per questo ritengo che l'India sia un grande Paese e abbia un grande futuro e che faremo grandi progressi. Prego per i nostri leader affinché abbiano saggezza e discernimento per guidare la nostra nazione”.
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