Anche in Asia l'ondata dei licenziamenti dei big dei social e del commercio online
Google e Spotify hanno annunciato tagli al personale a Singapore, mentre Meta e Twitter li stanno già attuando. Si teme una crescita della disoccupazione di medio e alto livello nella città-Stato che è uno degli hub globali del settore. Ma il governo insiste: "la tecnologia continuerà a sostenere lo sviluppo delle nostre economie".
Singapore (AsiaNews) - L’arretramento dei colossi della comunicazione online e dei gestori delle maggiori piattaforme social e di commercio elettronico sta colpendo pesantemente l’occupazione in un settore esploso negli ultimi anni senza una vera pianificazione in termini di potenzialità e risorse, anche umane.
Singapore su queste tecnologie e sul loro utilizzo è da sempre all’avanguardia, ponendosi come hub delle sedi di molte iniziative ad alta tecnologia. Di conseguenza, lo tsunami di licenziamenti che sta attraversando tutto il mondo (almeno 60mila quelli concretizzati nel solo gennaio 2023 da Microsoft, Amazon e altre società, almeno 160mila lo scorso anno) non poteva non ripercuotersi sulla città-Stato. Alphabet (controllata da Google) e Spotify hanno annunciato licenziamenti a Singapore, mentre Meta e Twitter li stanno già attuando. Si teme un’ondata di disoccupazione di medio e alto livello, finora fiore all’occhiello della forza-lavoro locale e le premesse ci sono tutte: se nella prima metà del 2022 a perdere il posto erano stati appena 260 lavoratori, questi erano già diventati 1.270 nella seconda metà dell’anno.
Il governo ribadisce l'impegno a sostenere investimenti, formazione e impiego in un settore-chiave dell'economia e a proseguire nella coltivazione di talenti locali da inserire nel settore. A confermarlo oggi il ministro per le Comunicazioni e l’informazione parlando all’inaugurazione di un programma ufficiale per l’aggiornamento delle risorse umane nei settori tecnologici.
Josephine Teo non ha nascosto le difficoltà del settore, peraltro evidenziate anche nel recente Fourm economico mondiale di Davos; tuttavia ha ricordato come “ci sia la convinzione che la tecnologia continuerà a sostenere lo sviluppo delle nostre economie”, in particolare per ciò che riguarda la “green economy” e il perseguimento della sostenibilità ambientale.
“Dimensionare correttamente la forza lavoro per queste aziende è un compito doloroso, soprattutto per chi è coinvolto e le loro famiglie, ma senza un approccio più disciplinato alla crescita degli organici le aziende tecnologiche rischiano di diventare sovradimensionate e meno agili”. Ancor più, ha sottolineato, se proseguirà la tendenza in atto alla digitalizzazione di diversi settori come quello bancario, della logistica, dell’ospitalità, della vendita al dettaglio, un tempo non inclusi tra quelli ad alta tecnologia ma che richiedono sempre più personale altamente preparato.
I programmi ufficiali di addestramento e formazione permanente di personale da impiegare nelle comunicazioni digitali, nella cyber-sicurezza, nell’intelligenza artificiale e nell’analisi dai dati hanno coinvolto dal 2016 quasi 200mila singaporeani.