Ambientalista buddista: la “Laudato sì” dà nuova speranza alla nostra casa comune
Colombo (AsiaNews) - “L’enciclica di papa Francesco va ben oltre le mie aspettative. Sostiene la giustizia sociale e ambientale per cui la società civile combatte da oltre mezzo secolo. Si tratta di un documento rivoluzionario: è una nuova speranza per la nostra casa comune”. Lo dice ad AsiaNews Hemantha Withanage (v. foto), direttore esecutivo del Centro per la giustizia ambientale/Amici della terra in Sri Lanka, leader buddista e attivista. “La lettere enciclica - continua - è una vera ispirazione per la tutela del mondo. Tratta diversi temi: non solo quelli dell’energia e della giustizia del clima, ma anche della salvaguardia della biodiversità, le responsabilità dei processi decisionali dei Paesi ricchi nei confronti di quelli poveri, lo spreco, il consumo, la valutazione dell’impatto delle scelte economiche sull’ambiente. Il papa propone perfino di ridurre la crescita delle economie sviluppate per pagare il loro debito nei confronti dell’ecologia”.
Secondo l’ambientalista, le analisi scientifiche a cui Francesco fa riferimento mostrano come il riscaldamento globale degli ultimi anni sia collegato con le emissioni di gas serra, dovute all’inquinamento prodotto dalle attività umane. Il papa sottolinea che il progressivo deterioramento di “nostra sorella terra” è stato provocato da un modello di sviluppo basato sull’uso intensivo dei combustibili fossili. Perciò è “un imperativo morale agire sul cambiamento climatico con massima urgenza e coraggio”. Non a caso nella lingua sinhalese [lingua dei nativi sinhalesi, maggior gruppo etnico in Sri Lanka - ndr], la parola “sviluppo” viene tradotta con “San+vardayana”. Il termine “San” ha tre significati: “lobha, dvesha e moha” (“avidità, odio e ignoranza”) che, secondo la visione buddista, sono i tre veleni che danneggiano l’essere umano sia all’interno che all’esterno.
Con questa enciclica il papa si è schierato a fianco dei poveri e degli emarginati - come già evidenziato da mons. Kikuchi - perché coloro che oggi più soffrono le conseguenze dello sfruttamento dissennato dell’ambiente sono coloro che meno hanno contribuito alla crisi attuale. Nel testo egli mette in guardia dai pericoli di una “fiducia cieca” nelle soluzioni della tecnica o di una agricoltura industriale che utilizza pesticidi e organismi geneticamente modificati. “Oggi - sostiene Withanage - il consumismo e i cibi avvelenati sono il problema più grande. Papa Francesco ci invita a rinunciare ai pesticidi e all’uso abituale della tecnica che pretende di nutrire il mondo ma in realtà è spesso al servizio della finanzia”.
La “Laudato sì” pone grande enfasi sulla giustizia climatica perché esistono enormi diseguaglianze sociali e i poveri dei Paesi in via di sviluppo non hanno le opportunità economiche o le risorse adeguate per adattarsi agli impatti climatici o superare disastri naturali. Oltretutto, il cambiamento climatico ha causato l’aumento del numero di coloro che fuggono da situazioni disagiate. Le stime ufficiali parlano infatti di almeno 250 milioni di persone che diventeranno “rifugiati climatici” entro la del secolo.
La causa di tutto questo proviene dalle imprese dei ricchi. La corsa a sempre maggiori profitti non prende in considerazione i danni a lungo termine sull’ambiente. I governi ignorano la voce delle comunità locali e quelle nei Paesi poveri che già soffrono seri problemi ambientali. Perciò in questa enciclica il pontefice sottolinea la necessità urgente di sviluppare politiche salutari per gli anni a venire, come ridurre le emissioni di diossido di carbonio e alti gas altamente inquinanti, da sostituire con energie rinnovabili.
I risvolti dannosi della rapidità dello sviluppo economico a cui fa riferimento il papa si riscontrano anche in Sri Lanka, per esempio nella questione dei disastri ambientali che il progetto di costruzione della città portuale a Colombo potrebbe causare. Nel nostro Paese, conclude l’ambientalista, “l’approvazione dei progetti è soggetta a meccanismi corrotti e a pressioni politiche. Dobbiamo seguire quanto detto dal papa, cioè che i giudizi sull’impatto ambientale non devono giungere dopo la redazione di un progetto economico o la proposta di un particolare piano politico. Devono essere parte del progetto fin dall’inizio e devono essere condotti in modo interdisciplinare, trasparente e libero da qualsiasi pressione economica o politica. L’onesta e la verità sono condizioni indispensabili in ogni discussione scientifica e politica”.
28/06/2017 13:25
13/11/2019 15:38