All’indiano Rajagopal il premio Niwano per la pace
La 40° edizione del “Nobel delle religioni” è stato assegnato a un attivista gandhiano che con il metodo delle marce non violente da cinquant’anni si batte per il diritto alla terra dei tribali e delle altre comunità più emarginate in India.
Tokyo (AsiaNews) - La Fondazione Niwano ha annunciato oggi che la quarantesima edizione del suo prestigioso premio per la pace, considerato il “Nobel delle religioni”, andrà all’attivista indiano Rajagopal P.V., un uomo che da cinquant’anni seguendo l’esempio del mahatma Gandhi in India si batte con metodi non violenti per i diritti delle popolazioni più povere ed emarginate. L’annuncio è stato dato oggi a Tokyo precisando che il premio - che consiste in una medaglia e un assegno da 20 milioni di yen (circa 140mila euro) - sarà consegnato in una cerimonia in programma l’11 maggio.
Nella motivazione la Fondazione Niwano parla della lotta di Rajagopal "per il riconoscimento della pari dignità umana di ogni uomo e donna, a prescindere dalla casta o dal sesso che suscita grande ammirazione. Tra i risultati particolari della sua azione si annoverano la negoziazione della resa e la riabilitazione delle bande, l’educazione dei giovani al servizio dei poveri e, nella consapevolezza che i bisogni primari dei poveri sono l'acqua, la terra e le foreste, il suo impegno per la cura dell'ambiente”.
Nato nel Kerala il 6 giugno 1948 in una famiglia che lo ha educato ai principi della non violenza enunciati da Gandhi, Rajagopal si fa chiamare in pubblico con il solo primo nome per evitare di essere identificato con una casta. Ha iniziato la sua azione sociale nella valle di Chambal, nel Madhya Pradesh, dedicandosi ai ragazzi delle dacoits, le bande giovanili violente delle fasce più emarginate della popolazione. Con la sua opera ha negoziato il reinserimento nella società di alcuni di questi gruppi, dando vita al contempo a programmi nazionali di impegno per i giovani nel servizio ai più poveri.
Punto d’arrivo di questi sforzi è stata la fondazione nel 1991 dell’Ekta Parishad (il “Forum dell’unità”), un coordinamento di realtà che si propongono di promuovere attraverso il metodo non violento il diritto alla terra e a una vita dignitosa per le comunità più emarginate. Nello stile di Gandhi lo strumento per condurre questa battaglia sono state lunghe marce che hanno visto la partecipazione di migliaia di persone. In collaborazione con altri gruppi questo movimento fondato da Rajagopal è riuscito ad assicurare i diritti di proprietà sulla terra a circa 500mila famiglie e a far approvare il Forest Rights Act, la più importante legge sui diritti delle popolazioni tribali in India.
“In molte parti del mondo - scrive Rajagopal in un messaggio di accettazione del premio - le persone non hanno assimilato seriamente l'idea della nonviolenza e credono che la guerra e la violenza siano i mezzi per fare la pace. In questo momento storico, vediamo come la pace tra gli esseri umani e la pace tra gli esseri umani e la natura sia sfuggente ma resti lo stesso un imperativo... Ci sono le sfide della corsa agli armamenti, della crisi climatica e della persistente povertà e discriminazione. Con l'arrivo dei social media e della tecnologia dell'informazione, vi sono luoghi segnati da divisioni intrattabili e crescente sfiducia. Mi congratulo con la Fondazione Niwano perché continua a fare pressione per la pace, identificando ogni anno persone diverse in tutto il mondo, incoraggiandole ad andare avanti a sostenere la pace nonostante questi problemi”.
Il premio Niwano commemora la figura di Nikkyo Niwano, primo presidente dell’organizzazione buddhista Rissho Kosei-kai. Il vincitore viene selezionato tra le candidature avanzate in un processo che coinvolge 600 tra persone e organizzazioni in rappresentanza di 125 Paesi e molte religioni.
19/02/2019 09:58