Alla ‘Santa Maria Maggiore’ del Tamil Nadu la preghiera per la pace
Il card. Anthony Poola, arcivescovo di Hyderabad, ha presieduto al santuario di Periyanayagi Madha a Konankuppam la festa per il bicentenario del grande campanile. "Preghiamo per la pace nel mondo, ma anche nelle nostre famiglie e nei nostri villaggi, imparando dalla Madonna a la via dell'unità".
Konankuppam (AsiaNews) – Nel distretto di Cuddlore, nel Tamil Nadu, la celebrazione della festa del santuario mariano di Konankuppam nei giorni scorsi è stata l’occasione per alcune migliaia di pellegrini indiani per unirsi alla preghiera invocata da papa Francesco per la pace nel mondo. A rendere particolarmente solenne la celebrazione quest’anno era la ricorrenza del bicentenario della costruzione del campanile del santuario, che è stato ricordando collocando alla sua base una statua della Regina della pace che vuole ricordare il legame tra questo luogo e la basilica romana di Santa Maria Maggiore. Fu infatti il missionario gesuita italiano p. Costanzo Giuseppe Beschi (1680-1747) a volere questo santuario che chiamò in lingua tamil "Peiryanayagi Madha", che significa appunto Santa Maria Maggiore.
A presiedere il rito – insieme all’arcivescovo di Pondicherry-Cuddalore mons. Francis Kalist e ad altri sacerdoti - a Konankuppam è giunto il neo-cardinale Anthony Poola, arcivescovo di Hyderabad. “Konankuppam - racconta ad AsiaNews p. Z. M. Devasagayaraj, il rettore del santuario - è la dimora di 200-220 famiglie e la maggior parte sono dalit; ma questo non impedisce a persone di ogni casta e religione di visitare il santuario. Questo luogo è famoso non solo per le grazie che qui i fedeli sperimentano, ma anche per il rapporto interreligioso unico e amichevole che esiste qui, dal momento che a edificarlo insieme a p. Beschi tre secoli fu un indù ancora praticante a cui la Madonna era apparsa in sogno".
Nella sua omelia il card. Poola ha ricordato come Maria non sia mai sorda a coloro che la pregano, come testimoniano le migliaia di pellegrini che affollano Lourdes, Fatima, Veilankanni e anche Konankuppam. La “seconda Eva”, ha “trasformato la maledizione dell'umanità in una benedizione dicendo Sì alla volontà di Dio. Ed è con questa fiducia e convinzione che veniamo a supplicarla di intercedere per noi, ma accogliendo l’invito di papa Francesco la preghiamo per la pace nel mondo, specialmente nell'Ucraina e nella Russia dilaniate dalla guerra”. “Ma siamo chiamati - ha aggiunto ancora - a pregare per la pace tra di noi, nelle nostre famiglie, nei nostri villaggi, nella nostra arcidiocesi e nel nostro Paese, poiché noi stessi siamo divisi. Lei è modello dell'amore, dell'obbedienza e dell'unità e anche noi siamo chiamati a imitarla, perché è questo ciò che Dio desidera da noi”.