Admiralty: oltre 3mila poliziotti contro lo sciopero per l’inno nazionale cinese
Molte forze dell’ordine sono in tenuta anti-sommossa. Approntati barriere, reti di metallo, filo spinato; controlli e perquisizioni; passaggi chiusi. Arrestate 16 persone, molti giovani di 14-15 anni, per possesso di “armi”: cacciaviti, bottiglie molotov, forbici, taglierini, cavi. In atto un boicottaggio sociale: treni della metropolitana fermati; chiodi sparsi sulle strade; rallentamento del traffico nei tunnel sottomarini. Flash-mob in un centro commerciale. Solo 5 persone del pubblico possono entrare oggi nel parlamento per seguire la discussione.
Hong Kong (AsiaNews) – Almeno 3500 poliziotti, molti in tenuta anti-sommossa, sono impegnati nella zona di Admiralty, dove ha sede il parlamento di Hong Kong (Legco), per fermare ogni azione che possa bloccare la discussione e il varo di una legge sull’inno nazionale cinese. Se passa questa legge, chiunque offenda o manipoli le parole dell’inno è passibile di una multa di 50mila dollari di Hong Kong e di una pena fino a tre anni di carcere.
Molta parte della popolazione del territorio vede questa legge come un’ennesima imposizione di Pechino che, aggiunta alla imminente legge sulla sicurezza nazionale, anch’essa imposta dall’alto, mina le libertà civili di Hong Kong.
Per questo, almeno 30 sigle sindacali e 20 scuole secondarie hanno deciso oggi uno sciopero per fermare la discussione e il varo della legge.
Fin dalle prime ore del mattino, la polizia ha circondato la zona del Legco con barriere, reti di metallo, filo spinato e ha bloccato le vie che dalla metropolitana vanno in quella direzione, controllando le identità di chi vuole passare per motivi di lavoro.
Nella mattinata la polizia ha arrestato almeno 16 persone, di età fra 14 e 40 anni. Tutti sono sospettati di avere armi di offesa in luogo pubblico. Nella sacca di alcuni giovani sono stati trovati cacciaviti, bottiglie molotov, forbici, taglierini, cavi.
Si registrano anche incidenti di boicottaggio sociale: chiodi lanciati sulle strade, veicoli che guidano con lentezza nei tunnel sottomarini, porte dei treni della metropolitana bloccate da oggetti.
Almeno 100 giovani si sono ritrovati nel centro commerciale di Hysan Place, a Causeway Bay, per una flash mob di “sing with me (canta con me)”: occupando due piani del centro commerciale, essi hanno intonato l’inno dei manifestanti, “Gloria ad Hong Kong” e gridato slogan quali “Liberare Hong Kong, rivoluzione del nostro tempo” e “Autodeterminazione, Hong Kong indipendente”.
Lo slogan è una provocazione alla Cina, che sta preparando la legge sulla sicurezza nazionale proprio per colpire “tentativi di secessione”.
“Siamo costretti a spingere per l’indipendenza – ha detto un giovane – perché il governo è sordo alle nostre richieste”.
Quest’oggi sembra impossibile anche ascoltare il dibattito al Legco: per il pubblico sono stati riservati solo cinque seggi, tutti occupati. Carol Ng Man-yee, presidente della Confederazione dei sindacati, che voleva entrare nel Legco per assistervi, ha accusato la polizia per questa riduzione dei seggi. “Questo è privare il pubblico del diritto a conoscere”, ha detto al Scmp. “La pesante presenza della polizia sulle strade oggi non è solo per la sicurezza, ma per terrorizzare la gente di Hong Kong e sottometterla al silenzio”.