Aden: sradicata cellula dello Stato islamico, arrestati otto jihadisti
La polizia ha fermato un gruppo di miliziani responsabili di attacchi sanguinosi nel recente passato. Nel contesto dell’operazione sequestrate pistole con silenziatore e lettere dei vertici di Daesh in Siria e Iraq. L’esercito governativo a Chehr ha rinvenuto quattro tonnellate di esplosivo; cinque persone fermate, pianificavano “attentati terroristi”.
Aden (AsiaNews/Agenzie) - Le autorità dello Yemen hanno sradicato una cellula jihadista riconducibile allo Stato islamico (SI), operativa ad Aden e protagonista di una serie di attacchi che hanno insanguinato la metropoli meridionale del Paese nel corso dell’anno. Lo riferiscono fonti della polizia, secondo cui nel contesto dell’operazione sono state sequestrate pistole con silenziatore e lettere inviate dai leader di Daesh [acronimo arabo per lo Stato islamico] in Siria e Iraq.
Le forze dell’ordine hanno arrestato otto sospetti miliziani del Califfato, attivi nella città portuale del sud dello Yemen e protagonisti di attacchi contro edifici e reparti della sicurezza locale. Ad Aden ha sede il governo riconosciuto a livello internazionale, in lotta contro le milizie ribelli sciite Houthi che controllano la capitale Sanaa.
Nelle province del sud e del sud-est dello Yemen è in atto da tempo una lotta serrata contro le milizie estremiste islamiche, fra i quali giocano un ruolo di primo piano i jihadisti dello SI, contrapposti ad al Qaeda per il predominio nella regione.
Nel contesto di un’altra operazione, l’esercito governativo ha sequestrato anche 4 tonnellate di esplosivo a Chehr, cittadina della regione di Hadramaut, nel sud della Penisola arabica, nella parte orientale dello Yemen. Cinque le persone fermate, intente a pianificare “attentati terroristi”.
Nell’ultimo periodo Stato islamico e al Qaeda nella Penisola arabica (Aqpa) hanno approfittato della guerra civile che vede opposti il governo - a lungo in esilio in Arabia Saudita - e le milizie ribelli Houthi per accrescere la loro influenza e il controllo dei territori, in particolare a sud e nel sud-est. In particolare, le milizie di Daesh sembrano aver ottenuto i maggiori successi estendendo la loro influenza anche nel centro del Paese.
Fra le operazioni riconducibili allo Stato islamico vi sarebbe anche l'assalto del 4 marzo scorso al compound delle missionarie della Carità di Aden, in cui sono morte quattro suore e 12 civili. Nel contesto dell’attacco, mai rivendicato in via ufficiale da alcun gruppo e verso il quale al Qaeda ha preso le distanze affermando di non essere responsabile, è stato sequestrato anche il missionario di origini indiane p. Tom Uzhunnalil. In questi mesi si sono rincorse voci e illazioni sulla sua morte, ma non si sono mai registrate comunicazioni ufficiali; da tempo sulla vicenda è calato il silenzio della stampa internazionale e del governo indiano, che si era attivato per aprire canali di trattative con i rapitori.
Dal gennaio 2015 la nazione del Golfo è teatro di un sanguinoso conflitto interno che vede opposte la leadership sunnita dell’ex presidente Hadi, sostenuta da Riyadh, e i ribelli sciiti Houthi, vicini all’Iran. Nel marzo 2015 una coalizione araba a guida saudita ha promosso raid contro i ribelli, finiti nel mirino delle Nazioni Unite per le vittime che hanno provocato, anche bambini.
Ad oggi sono morte oltre 7mila persone, più di 37mila i feriti e tre milioni gli sfollati.
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