Acqua ed Alta velocità: è scontro tra Singapore e Malaysia
Il nuovo premier malaysiano Mahathir vuole ritrattare gli accordi sottoscritti dai due Paesi su un collegamento ferroviario e sulla vendita di acqua. Singapore chiede spiegazioni e invita a “rispettare la santità degli accordi internazionali”.
Singapore (AsiaNews/Agenzie) – L’intenzione del nuovo Primo ministro malaysiano Mahathir Mohamad di rivedere alcuni accordi internazionali con Singapore è causa di tensioni tra i due Paesi del sud-est asiatico. Al centro della controversia vi sono la realizzazione del progetto per una linea ferroviaria ad alta velocità tra Kuala Lumpur e Singapore (Hrs) ed i compensi che la città-Stato riconosce alla controparte per l’importazione di acqua.
Un tempo salutato come “punto di svolta” dall'allora Primo ministro malaysiano Najib Razak e lungo 350 km, il collegamento ferroviario mira a ridurre i tempi di viaggio tra i due Paesi a circa 90 minuti di treno, dalle attuali 11 ore. Il progetto è stato svelato per la prima volta nel febbraio 2013 dal premier singaporiano Lee Hsien Loong e da Najib. I rispettivi governi hanno firmato un accordo bilaterale vincolante nel 2016, spianando la strada alla sua realizzazione.
La costruzione del progetto, che secondo le stime costerebbe circa 10,5 miliardi di euro, avrebbe dovuto iniziare quest'anno. Ci si aspetta che la linea sia operativa a partire dal 2026. Essa contribuirebbe al Prodotto interno lordo di Singapore e Malaysia per circa 4,2 miliardi di euro e creerebbe 111mila posti di lavoro entro il 2060. Tuttavia, dopo quasi tre settimane dalla sua vittoria elettorale, lo scorso 28 maggio Mahathir ha dichiarato che il progetto non è “vantaggioso” per il Paese, affermando che con esso la nazione “non farà soldi”. Manifestando timori per il debito pubblico, il neopremier ha affermato che la ferrovia comporterebbe per la Malaysia l’esborso di 23,8 miliardi di euro, senza il guadagno di “un solo centesimo”.
Nell’udienza parlamentare di ieri, il ministro dei Trasporti singaporiano Khaw Boon Wan ha rivelato che Kuala Lumpur non ha ancora risposto ad una nota diplomatica inviatale il primo giugno scorso. Il documento conteneva la richiesta di chiarimenti sulla posizione del governo malaysiano sulla Hsr. “Le dichiarazioni pubbliche dei ministri della Malaysia e dello stesso premier Mahathir sulla cessazione del progetto non sono state seguite da alcuna comunicazione ufficiale – ha affermato il ministro – Singapore è stata lasciata senza altra scelta che portare avanti la sua parte dell'accordo”. Secondo quanto riferito da Khaw, a fine maggio Singapore aveva già speso oltre 150 milioni di euro per l’iniziativa. Altri 25 milioni saranno spesi a partire dal mese prossimo e fino a fine anno.
Interrogato sulla questione durante una conferenza stampa, il 92enne Mahathir oggi ha risposto: “Per quanto riguarda il governo di Singapore, non abbiamo ancora consegnato loro una comunicazione completa, ma sanno cosa vogliamo fare”. Incalzato dai cronisti sulle intenzioni del suo governo, il premier malaysiano ha replicato che “i giornalisti dovrebbero far riferimento ai comunicati stampa”.
Sempre nella seduta parlamentare di ieri, il ministro singaporiano agli Affari esteri Vivian Balakrishnan ha ribadito che entrambi i Paesi “devono rispettare a pieno la santità degli accordi internazionali”. “Ogni disputa deve esser risolta in modo pacifico, nel rispetto della legge”, ha aggiunto. Il ministro è intervenuto su un’altra questione che nelle ultime settimane ha causato attriti con il nuovo governo di Kuala Lumpur: l’Accordo sull’acqua, siglato nel 1962. Lo scorso 25 giugno, Mahathir ha definito “ridicolo” il prezzo dell'acqua venduta a Singapore, annunciando che la Malaysia chiederà di rinegoziare i termini del contatto di approvvigionamento idrico.
Balakrishnan ha dichiarato che il patto non è un accordo ordinario, ed è garantito dal trattato del 1965 sulla separazione tra i due Paesi. “Qualsiasi violazione dell'Accordo sulle acque del 1962 metterebbe in discussione l'accordo di separazione, che è la base per l'esistenza stessa di Singapore come stato sovrano indipendente”, ha affermato il ministro.