Accordo tra Cina, Thailandia e Myanmar sui centri per le truffe online
Pechino ha riferito di aver raggiunto un'intesa con i Paesi del sud-est asiatico per sradicare i compound in cui sono detenuti anche migliaia di cittadini cinesi. Nei giorni scorsi la Cina aveva annunciato un cessate il fuoco tra la giunta birmana e una delle milizie etniche della resistenza, ma le due parti non hanno diffuso comunicazioni al riguardo.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) - I funzionari di Cina, Myanmar e Thailandia hanno raggiunto un accordo per sradicare i centri per le truffe online in Myanmar. Lo ha riferito oggi la CCTV, la più grande emittente televisiva cinese controllata dal governo. L’intesa è stata raggiunta durante un incontro nella città di Kunming, a cui hanno partecipato anche i rappresentanti di Laos, Cambogia e Vietnam, che hanno concordato di “compiere ogni sforzo” possibile per coordinare la liberazione delle persone detenute nei centri per le truffe e di arrestare i leader delle organizzazioni criminali che li gestiscono.
I centri per le truffe online sono grandi compound nel sud-est asiatico in cui le persone vengono attratte con finte offerte di lavoro e poi intrappolate e costrette a compiere truffe online nei confronti di cittadini di altri Paesi. Dopo il caso di un attore cinese che era stato catturato al confine tra Thailandia e Myanmar con una finta offerta di lavoro, la Cina ha di recente intensificato la retorica e le azioni contro i centri per le truffe online, che sono perlopiù localizzati in Myanmar e gestiti da boss cinesi. La settimana scorsa il ministro degli Esteri Wang Yi ha incontrato i rappresentanti diplomatici della regione e li ha esortati a prendere misure forti contro il gioco d'azzardo e le frodi online.
Dal 2023 sono stati liberati e rimpatriati 53.388 cittadini cinesi dal Myanmar, aveva in precedenza riferito Pechino. Secondo le stime, nel Paese del sud-est asiatico in cui da quasi quattro anni imperversa il conflitto civile, ci sarebbero oltre 1.000 centri per le truffe online. Oggi anche il Global New Light of Myanmar, il quotidiano del regime birmano, ha confermato i dati, aggiungendo di aver liberato anche altri 2mila stranieri circa, prevalentemente provenienti dal Vietnam e dalla Thailandia. Nel suo comunicato il regime birmano continua affermando che le truffe online sono gestite da stranieri dei Paesi limitrofi, riferendosi probabilmente alla Thailandia.
Ieri la Cina aveva anche annunciato che una delle milizie etniche che combattono contro il regime birmano, l’Esercito dell’alleanza democratica nazionale del Myanmar (MNDAA), ha accettato di firmare un cessate il fuoco. “Con la mediazione e gli sforzi della Cina le due parti hanno raggiunto e firmato un accordo formale di cessate il fuoco e hanno cessato i combattimenti alle 12 del mattino del 18 gennaio 2025”, ha riferito la portavoce del ministero degli Esteri cinese Mao Ning, riferendosi all'MNDAA e all'esercito del Myanmar, che però tuttavia non hanno ancora diffuso informazioni riguardo alla tregua. Secondo alcune fonti locali interpellate da Radio Free Asia, l’intesa per il momento ha permesso di riaprire alcuni valichi di frontiera tra Cina e Myanmar ristabilendo i commerci, il principale interesse di Pechino nella regione.