A Mosca le battaglie 'creative' degli ecologisti
Nonostante i divieti di manifestazioni e picchetti gli ambientalisti sono riusciti comunque a far sentire la propria voce contro i lavori in corso nei parchi della capitale russa. Secondo le autorità municipali servirebbero a migliroare “la custodia e l’utilizzo degli spazi verdi”, ma secondo gli oppositori sono solo un favore alle "lobby edilizie affaristiche".
Mosca (AsiaNews) - Le nuove disposizioni del comune di Mosca circa la ristrutturazione e la “bonifica” dei parchi cittadini sta suscitando una nuova ondata di proteste tra gli attivisti per la difesa dell’ambiente, nonostante le forti repressioni contro gli ecologisti negli ultimi tempi, e non solo a Mosca, ma in tutta la Russia. Non sono più permesse le manifestazioni pubbliche con il blocco delle strade, e nemmeno i picchetti individuali o di gruppo con cartelli di protesta, in quanto le posizioni ecologiste vengono ormai equiparate alle proteste contro la guerra, definite “estremiste” e diffamatorie nei confronti delle forze armate e delle autorità del Paese.
Gli eco-attivisti russi però non si perdono d’animo, e cercano di intervenire in tutte le modalità ancora accessibili, riuscendo comunque ad ottenere dei risultati. Uno di essi, Ivan Ščekin, si è recato al parco Malevič del bosco di Romaškovo, nella periferia di Mosca lungo lo Šosse Rublevskoe, zona di alti funzionari e uomini di potere, sul cui territorio si trova una grande quantità di istallazioni ispirate all’eredità artistica del suprematismo di Kazemir Malevič. Presentandosi come ispettore del Comitato nazionale della sicurezza ecologica, si è messo a chiedere i documenti agli operai che stavano abbattendo gli alberi, chiamando perfino la polizia, e quando uno di essi lo ha minacciato di spaccargli la testa con un’ascia, ha dovuto spruzzargli addosso una bombola di gas anti-aggressione. Gli operai sono quindi fuggiti, lasciando Ivan per terra con un grave trauma cranico, ma per fortuna l’ambulanza è arrivata in tempo per evitare il peggio.
I lavori nei parchi moscoviti dipendono da un decreto comunale dello scorso novembre “Sulla custodia e l’utilizzo degli spazi verdi”, reclamizzato dal sindaco Sergej Sobjanin come un progetto per “unificare tutti i territori naturali” della capitale, dai grandi parchi ai praticelli sparsi nei vari quartieri nell’unica “carcassa verde” da gestire in modalità coordinata, creando dei “collegamenti confortevoli” tra di essi che aprano itinerari per turisti e residenti. Secondo gli uffici del comune, queste decisioni stanno aumentando gli spazi aperti e naturali, come afferma il presidente della commissione addetta Stepan Orlov, con “un regime di custodia e preservazione di qualità superiore”, tenendo sotto controllo ogni pezzo di terra e mirando a concludere l’opera entro il 2030.
Secondo le proteste degli ecologisti, in realtà il piano ha “liberato le mani delle lobby edilizie e affaristiche”, permettendo loro di aprire nuovi enormi centri commerciali o caseggiati in zone prima totalmente protette. L’attivista Dmitrij Morozov definisce la legge del comune “il trionfo del business delle costruzioni sulla società civile”, mettendo in serio pericolo anche parchi molto ampi come quello Moskvoretskij sulle rive della Moscova e il Bitsevskij dal fiume Bitsa fino ai boschi nella zona meridionale fuori dalla capitale, uno dei principali percorsi per le passeggiate e le attività fisiche per la salute e il ristoro degli abitanti. Il coordinatore del gruppo di “eco-crisi”, Vitalij Servetnik, è convinto che “queste azioni avvengono non a caso nel terzo anno di guerra, perché gli affaristi di alto livello non hanno più la possibilità di investire sui mercati europei, e cercano possibilità di grandi guadagni in patria”.
Le “bonifiche” di Sobjanin, avvertono inoltre gli attivisti, vengono condotte stendendo in mezzo ai parchi cittadini dei viali aperti con tecniche e materiali invasivi, con ponti e piazzole illuminate da tutte le parti, un “danno irreversibile all’intero eco-sistema”. Le iniziative di Mosca vengono copiate in molte città della Federazione, e si cerca di bloccarle con appelli e interventi attraverso canali “legali”, fino alle montagne di lettere inviate al presidente Vladimir Putin, affinché non consegni tutti i prati e i boschi ai circoli affamati di soldi, tornando di fatto allo scempio dei tempi sovietici, quando tutto veniva spianato e riempito di costruzioni per la gloria del socialismo, e oggi per costruire un nuovo paradiso russo artificiale, senza più un vero rapporto con la natura.
09/06/2021 14:16
14/02/2023 10:25