08/10/2014, 00.00
VATICANO
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Sinodo: la Chiesa dia "una risposta adeguata ai tempi di oggi" alle sfide poste alla famiglia

A creare crisi la "dittatura del pensiero unico" che mira ad introdurre nella società quei controvalori che distorcono la visione del matrimonio come unione tra uomo e donna, il secolarismo, l'angoscia per la mancanza di un impiego sicuro. "Nessuno vuole togliere l'indissolubilità matrimoniale", ma "altri insistono su una realismo comprensivo, che deve accompagnare le sofferenze degli altri, anche se ci sporchiamo un po', perché il maestro Gesù era vicino a tutti".

Città del Vaticano (AsiaNews) - Di fronte alle sfide che la famiglia si trova ad affrontare al giorno d'oggi - dalla "dittatura del pensiero unico" che mira ad introdurre nella società quei controvalori che distorcono la visione del matrimonio come unione tra uomo e donna, al secolarismo, all'angoscia per la mancanza di un impiego sicuro - la Chiesa deve sottolineare la bellezza e la necessità che ciascuno ha della famiglia, poiché essa è insostituibile e risvegliare nell'uomo il senso di appartenenza al nucleo familiare. Le "sfide" alla famiglia e la risposta pastorale che a esse la Chiesa deve cercare di dare sono state al centro dei lavori del Sinodo nella quarta e quinta congregazione generale, ieri pomeriggio e stamattina, dei quali il Vaticano ha fornito una sintesi.

"La Chiesa vuole dare una risposta adeguata ai tempi di oggi", ha aperto i lavori, oggi, il cardinale brasiliano Raymundo Damasceno Assis, arcivescovo di Aparecida e presidente delegato di turno. "In una Chiesa che Papa Francesco non ha esitato a paragonare con un ospedale da campo dopo una battaglia, vogliamo uscire come pastori all'incontro di tante famiglie in crisi, per dare una risposta ispirata al Vangelo della misericordia" Non possiamo ignorare le tante situazioni critiche della vita familiare, dovute sia a fattori interni che esterni".

E' una riflessione a tutto campo quella che sta affrontando il Sinodo, alla ricerca di  strade e strumenti nuovi. Così. ieri, c'è stata la proposta di pensare ad un "Vademecum" dedicato alla catechesi sulla famiglia, così che possa rafforzare la sua missione evangelizzatrice e oggi in un incontro con i giornalisti, mons. Victor Manuel Fernandez, rettore della Pontificia università cattolica argentina e segretario della commissione per il messaggio conclusivo del sinodo, ha spiegato che anche riflettendo su questioni come quella dei sacramenti ai divorziati risposati "nessuno vuole togliere l'indissolubilità matrimoniale, nessuno vuole indebolire il vincolo: si vuole che gli sposi siano fedeli fino alla morte, questo è l'ideale, la società ha bisogno di questo messaggio, questo è chiarissimo, distruggeremmo quello che è dentro di noi. Quindi non indebolire la bellezza e la forza di questo messaggio cristiano. Ma altri insistono su una realismo comprensivo, che deve accompagnare le sofferenze degli altri, anche se ci sporchiamo un po', perché il maestro Gesù era vicino a tutti". "Anche una questione come la poligamia - ha spiegato ancora mons. Fernandez - noi non possiamo accettarla per rispetto alle donne: noi non vogliamo andare indietro sulla dignità della donna, ma capiamo situazioni particolari in cui qualcuno si converte, e allora le donne che devono fare? Devono andare via e morire di fame?". "E' una situazione in cui la dottrina non può cambiare mai, e allora dobbiamo riflettere".

Nel corso dei lavori, è stato sottolineato il legame tra crisi della fede e crisi della famiglia: la prima genera la seconda. Questo perché la fede viene vista perlopiù come un insieme di contributi dottrinali, mentre essa è anzitutto un atto libero con cui ci si affida a Dio. E, inoltre, la debolezza di fede di molti battezzati spesso porta al matrimonio senza che i coniugi ne abbiano la giusta consapevolezza.

E' stata quindi ribadita la necessità di una maggiore preparazione al matrimonio, anche con un'attenzione specifica all'educazione affettiva e sessuale, incoraggiando una vera mistica familiare della sessualità. Quindi, è stato ricordato il grande contributo dei nonni alla trasmissione della fede in famiglia e, sempre in riferimento agli anziani, è stato evidenziato quanto sia importante che il nucleo familiare accolga, con solidarietà, cura e tenerezza, le persone della terza età.

Il dibattito si è poi soffermato sulla Chiesa del Medioriente e dell'Africa del Nord: entrambe vivono in contesti politici, economici e religiosi difficili, con gravi ripercussioni sulle famiglie. Là dove, infatti, le leggi impediscono le riunificazioni familiari, la povertà spinge alla migrazione, dove vi è fondamentalismo religioso e i cristiani non hanno parità di diritti con i cittadini musulmani, si pongono spesso difficili problemi per le famiglie che risultano da matrimoni misti.

In questi contesti, infatti, sono presenti ed in aumento i casi di matrimoni interreligiosi, i così detti "matrimoni misti". La sfida della Chiesa, allora è quella di capire quale catechesi si può offrire ai figli nati da tale unioni e come si possa rispondere all'incognita di quei cattolici che, uniti in matrimonio misto, vogliono continuare a praticare la loro fede. Tali coniugi non possono essere trascurati e la Chiesa deve continuare ad occuparsi di loro. Un'ulteriore sfida è rappresentata anche da quei cristiani che si convertono all'Islam per sposarsi: anche in questo caso, è necessaria una riflessione adeguata.

La questione non è soltanto interreligiosa, ma talvolta anche ecumenica: ci sono casi in cui, poiché un cattolico che ha contratto matrimonio canonico non riesce ad ottenere la dichiarazione di nullità, passa ad un'altra confessione cristiana, sposandosi nuovamente in una Chiesa che lo permette. In ogni caso, fermo restando il patrimonio di fede condiviso, è stata sottolineata la necessità di incamminarsi sulla via della misericordia per le situazioni difficili.

 

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