Mortalità materna sotto quota 100: il traguardo raggiunto dall’India
I dati ufficiali fanno segnare un nuovo importante passo avanti in un Paese che fino a pochi anni fa era tra quelli in cui le donne morivano di più a causa del parto. Possibile scendere sotto quota 70, come chiesto dagli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell'Onu. Ma restano ancora forti squilibri tra i diversi Stati indiani.
New Delhi (AsiaNews) - Nei giorni del Natale in cui il mondo torna a contemplare la più grande delle nascite, c’è una buona notizia dall’India che vale la pena di sottolineare. Dall’ultimo rilevamento ufficiale relativo al triennio 2018-2020 emerge che per la prima volta nel Paese il tasso di mortalità materna è sceso sotto quota 100. Per la precisione sono stati registrate 97 morti da parto ogni 100mila nascite; un dato che resta ancora molto alto, ma è in rapida diminuzione. Basta ricordare il fatto che nel 1990 in India questo indice era a quota 557 e ancora nel 2015 era pari a 175.
Considerato che nel 2021 in India vi sono stati circa 24 milioni di nuovi nati, la riduzione del tasso di mortalità materna significa vita anche per migliaia di donne oltre che per i loro bambini. Ed è una buona notizia anche a livello globale, dal momento che fino a pochissimi anni fa l’India era uno dei Paesi con il numero più alto di morti femminili legate al parto.
A rendere possibile questo importante miglioramento è stata soprattutto l’estensione nel Paese della rete delle strutture sanitarie di assistenza al parto: anche in India, oggi, sono molte meno rispetto a ieri le donne che partoriscono in casa e questo ha permesso di affrontare in maniera più adeguata le complicazioni della gestazione.
Va aggiunto che quello conseguito è un traguardo solo parziale: l’Onu, infatti, ha inserito la riduzione della mortalità materna tra gli Obiettivi di sviluppo sostenibile, i passi avanti in termini di lotta alla povertà, alla malnutrizione e alle precarie condizioni sanitarie che dovrebbero essere garantiti a tutti i Paesi del mondo entro il 2030. Il target da raggiungere per questo specifico obbiettivo è scendere sotto le 70 morti per parto ogni 100mila nascite. In India c’è ancora molta strada da fare, dunque, ma non è comunque un obiettivo impossibile.
Decisiva sarà soprattutto la sfida di estendere i passi avanti anche ad alcune aree più povere del Paese: la fotografia che emerge dai dati ufficiali mostra infatti differenze molto sensibili tra i diversi Stati indiani. Se infatti vi sono Stati come il Kerala che hanno un tasso di mortalità materna a quota 19 (un livello simile a quello degli Stati Uniti), ve ne sono altri dove la situazione resta ancora molto grave. Per esempio nell’Assam muoiono ancora 195 donne ogni 100mila nascite, 173 nel Madhya Pradesh, 167 nell’Uttar Pradesh (il più popoloso degli Stati indiani). Ma anche in uno Stato come il Bihar, dove il tasso è sceso a quota 112, muoiono ancora 11 donne ogni 100mila partorienti. E gli esperti osservano che nell’analisi dei singoli distretti risulta evidente la correlazione tra le morti per parto e i risultati della lotta alla povertà e la possibilità di accesso alle strutture sanitarie.
Quanto all’età la fascia su cui si concentrano maggiormente le morti per parto è quella tra i 20 e i 24 anni (32%), seguita da quella tra i 25 e i 29 (30%).
“INDIAN MANDALA" È LA NEWSLETTER DI ASIANEWS DEDICATA ALL'INDIA
VUOI RICEVERLA OGNI VENERDI’ SULLA TUA MAIL? ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER A QUESTO LINK