Lotta alla pedofilia: responsabili anche i laici ai vertici di associazioni e movimenti
Papa Francesco aggiorna la lettera apostolica “Vos estis lux mundi” con cui nel 2019 aveva fissato le regole da seguire in caso di segnalazione di abusi sessuali. Nella definizione delle vittime più attenzione anche agli adulti in situazioni di vulnerabilità.
Città del Vaticano (AsiaNews) - A quasi quattro anni dalla loro entrata in vigore papa Francesco aggiorna le norme per la lotta alla piaga degli abusi sessuali nella Chiesa cattolica. Lo ha fatto con una nuova versione diffusa oggi della lettera apostolica “Vos estis lux mundi”, il documento con cui nel 2019 aveva stabilito le norme per affrontare le segnalazioni di delitti che hanno a che fare con il VI comandamento ai danni di minori o persone vulnerabili.
La novità più significativa è l’estensione dell’applicazione delle norme – fino ad oggi applicate a chierici, a membri di Istituti di vita consacrata o di Società di vita apostolica – anche ai laici che ricoprono il ruolo di “moderatori delle associazioni internazionali di fedeli riconosciute o erette dalla Sede Apostolica”. D’ora in poi, dunque, la Chiesa cattolica chiamerà a rispondere anche loro di eventuali azioni od omissioni che interferiscano o addirittura impediscano le indagini canoniche e civili nei confronti di soggetti colpevoli di reati di pedofilia o altri abusi sessuali. Si tratta di un invito esplicito a un’assunzione di responsabilità anche da parte di associazioni di fedeli e movimenti cattolici nella lotta al fenomeno degli abusi, che purtroppo in questi anni ha visto emergere diversi casi gravi anche all’interno di queste realtà.
Un’altra novità tocca la definizione stessa delle vittime che estende in maniera più chiara il perimetro anche agli adulti vulnerabili. Nel testo ora si parla espressamente di “delitti contro il VI comandamento del decalogo commessi con un minore o con persona che abitualmente ha un uso imperfetto della ragione o con un adulto vulnerabile”. La volontà è quella di proteggere la dignità di tutte le persone più indifese, indipendentemente dalla loro età anagrafica. Nella nuova versione di “Vos estis lux mundi” viene anche specificato che le diocesi e le eparchie devono dotarsi di “organismi e uffici” - nel vecchio testo si parlava più genericamente di “sistemi stabili” - facilmente accessibili al pubblico per ricevere le segnalazioni di abusi.
“I crimini di abuso sessuale – scriveva papa Francesco già nel 2019 nel preambolo di questo motu proprio, confermato nella nuova edizione - offendono Nostro Signore, causano danni fisici, psicologici e spirituali alle vittime e ledono la comunità dei fedeli. Affinché tali fenomeni, in tutte le loro forme, non avvengano più, serve una conversione continua e profonda dei cuori, attestata da azioni concrete ed efficaci che coinvolgano tutti nella Chiesa, così che la santità personale e l’impegno morale possano concorrere a promuovere la piena credibilità dell’annuncio evangelico e l’efficacia della missione della Chiesa. Anche se tanto già è stato fatto, dobbiamo continuare ad imparare dalle amare lezioni del passato, per guardare con speranza verso il futuro”.
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