Coronavirus: aumentano i morti, ma anche i guariti. La Croce rossa cinese nella bufera
Ad oggi i morti sono 361, superando i morti per la Sars. I guariti sono 475. I casi confermati di infezione sono 17.238; quelli sospetti 21.558. Aperto il nuovo ospedale “Dio del fuoco”, che da domani potrà accogliere 1000 pazienti. I militari sovrintendono la distribuzione di beni di prima necessità nei supermercati. Gli ospedali non hanno materiale sanitario, ma i depositi della Croce Rossa sono pieni.
Pechino (AsiaNews) – Il numero ufficiale dei morti per coronavirus è giunto oggi a 361, superando la cifra delle vittime della Sars (2002-2003), che aveva fatto 349 morti (secondo l’Organizzazione mondiale della sanità). Va detto che anche il numero dei guariti è aumentato e ad oggi sono 475. Intanto, i casi confermati di infezione sono 17.238; quelli sospetti 21.558.
La situazione a Wuhan è difficile. Da quando c’è il blocco della città ed è cresciuta la paura del contagio, molta gente si è apprestata a fare provviste di cibo e beni di prima necessità; la lentezza nella distribuzione ha portato a uno svuotamento di supermercati e negozi. Quest’oggi, soldati del Pla (Esercito per la liberazione del popolo) sono giunti a Wuhan con 200 tonnellate di beni per rifornire i supermercati, usando 50 camion. I soldati – circa 260 – hanno anche il compito di controllare la distribuzione per evitare speculazioni sui prezzi e tensioni sociali.
Sempre pesante è la carenza di materiale sanitario, resa ancora più acuta dopo l’apertura del nuovo ospedale costruito in nove giorni. Il nuovo nosocomio, battezzato col nome “Dio del fuoco”, comincerà da domani ad accogliere fino a 1000 pazienti affetti dal virus e sarà gestito da 1400 fra medici e infermieri, tutti militari. Un altro ospedale, il “Dio del tuono”, verrà aperto fra tre giorni.
Vi sono polemiche sulla Croce rossa locale e sul suo modo di raccogliere le donazioni e distribuirle a chi ne ha bisogno. Il governo ha nominato la Croce Rossa come unica organizzazione qualificata per accettare donazioni (maschere sanitarie, tute protettive, occhiali, ecc.) ma mentre i depositi si riempiono, non vi è personale a sufficienza per registrare i quantitativi che arrivino, né per distribuirlo ai diversi ospedali della città, che necessitano con urgenza il materiale sanitario.
Due membri dello staff dell’ospedale provinciale di medicina tradizionale cinese a Wuhan, intervistati da Caixin elencano: “Noi consumiamo 320 cuffie al giorno e al presente non ne abbiamo neanche una; consumiamo 320 paia di coperture per le scarpe e non ne abbiamo più; tute protettive: ne consumiamo 300 al giorno e ne abbiamo solo 40 in magazzino; consumiamo 100 maschere protettive al giorno e ne restano solo 100; ogni giorno ci servono 320 paia di guanti, e da domani non ne avremo più”.
Intanto, però, i depositi della Croce Rossa, grandi quanto un campo di calcio, sono pieni zeppi di materiale impacchettato, che rimane fermo. Dottori, infermieri e persone comuni chiedono che si deleghi il servizio anche ad altri gruppi e organizzazioni della società civile.
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