Ultranazionalisti indiani: imporre l'hindutva alle minoranze religiose
New Delhi (AsiaNews) - "Un attacco alla libertà religiosa delle minoranze e ai valori espressi dalla Costituzione dell'India". Così ad AsiaNews Ram Puniyani, attivista sociale dell'All India Secular Forum e del Centre for Study and Secularism, definisce le recenti dichiarazioni di Mohan Bahgwat, presidente della Rashtriya Swayamsevak Sangh (Rss), gruppo paramilitare ultranazionalista indù, il cui braccio politico è il Bharatiya Janata Party (Bjp), attuale partito di governo.
Il 10 agosto scorso, durante un comizio, Bhagwat ha affermato che tutti i cittadini dell'India dovrebbero essere conosciuti come "indù", perché "l'identità culturale di tutti gli indiani è l'hindutva". Il presidente della Rss ha poi aggiunto che l'hindutva è "un modo di vivere, l'unica base per mantenere l'India unita" e che "gli indù possono essere di qualsiasi credo religioso, o di nessuno in particolare".
Hindutva è un termine coniato da Vinayak Damodar Savarkar nel XVIII secolo per indicare un'ideologia che considera l'induismo un'identità etnica, culturale e politica. In nome di uno Stato "totalmente indù" (Hindu Rashtra), gruppi ultranazionalisti che fanno parte del Sangh Parivar (come la Rss, ndr) perpetrano atti di violenza e discriminazione nei confronti delle minoranze etniche e religiose dell'India.
"I tentativi della Rss - spiega ad AsiaNews Ram Puniyani - e dei suoi militanti di imporre la parola 'indù' per tutti i cittadini del Paese è parte di una loro agenda politica, affermatasi con più forza da quando il Bjp è salito al potere. È un modo di imporre le norme della religione indù a tutte le minoranze religiose. Bisogna opporsi in modo assoluto a un simile tentativo, che è del tutto contrario ai principi della Costituzione indiana".