Suore dell’Orissa: Con l’aiuto di san Giuseppe il coronavirus si può fermare
Una messa – con le dovute cautele sanitarie - per chiedere al patrono della Chiesa la fine dell’epidemia. Preghiera quotidiana “per la salute e la forza dei miei fratelli cristiani e delle persone di altre fedi, caduti vittime del coronavirus”. “Non dobbiamo lasciar fuori Dio da questo dramma”. Questa sera alle 21, papa Francesco partecipa al rosario indetto dai vescovi italiani.
Raikia (AsiaNews) – “Ho ferma fiducia che con l’intercessione a san Giuseppe, il coronavirus si può fermare”. È quanto spiega ad AsiaNews sr Geeta Sabara, delle Figlie della Carità che insieme alle sue consorelle del St. Catherine’s Convent oggi hanno avuto un momento speciale di preghiera dedicata al patrono universale della Chiesa.
Sr Geeta afferma: “Ricordo il pogrom anti-cristiano nel Kandhamal (2007-2008), quando estremisti religiosi uccisero molti fedeli, bruciando e distruggendo chiese e case. Almeno 56mila persone sono fuggite nella foresta per salvarsi, diventando dei senzatetto. Ma non abbiamo mai perso la nostra fede in Gesù Cristo. Anche il coronavirus non scuote la mia fede e continuo a fare la volontà di Dio, proprio come san Giuseppe”.
Una sua consorella, sr Helen Mate, racconta che “pur essendoci limitazioni alle celebrazioni, a causa del virus, non smetto di pregare ogni giorni per la salute e la forza dei miei fratelli cristiani e delle persone di altre fedi, caduti vittime del coronavirus”.
Questa mattina, con le dovute precauzioni sanitarie, al loro convento, è stata celebrata una messa molto semplice, presieduta dal vicario generale dell’arcidiocesi di Cuttak- Bhubaneswar, mons. Pradosh Chandra Nayak. Introducendo la liturgia, egli ha spiegato: “Giuseppe era una semplice persona, non ha mai cercato le luci della ribalta, o pubblicità. Egli si è donato all’opera del Signore in modo silenzioso. Nella sua vita, vissuta sotto la guida di Dio onnipotente, non ha temuto alcuna malattia, o calamità, o incertezza”.
Egli ha poi citato un passo della Lettera di san Paolo ai Filippesi (4,6-7): “Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù”.
Altri tre sacerdoti e 14 suore hanno partecipato alla liturgia.
La superiora del convento, sr Goretti Senapoti, fa notare che “la paura del coronavirus si sta diffondendo in tutto il mondo. Ma non dobbiamo lasciar fuori Dio da questo dramma. Dio è onnipotente e pieno di forza; nulla può resistere a Lui”. Ella spiega che il governo ha imposto la cancellazione delle messe domenicali e feriali. “La nostra arma principale per combattere ogni malattia è il nostro rosario quotidiano e l’adorazione del Santissimo sacramento”.
“Quest’oggi – conclude - abbiamo pregato in modo speciale per le persone che sono morte nel mondo a causa del coronavirus”.
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