Singapore assicura le derrate alimentari dopo la chiusura delle frontiere malaysiane
Il provvedimento mira a contrastare la diffusione del coronavirus. Ogni giorno, circa 415mila persone attraversano il confine tra i due Paesi. Singapore importa oltre il 90% del cibo da tutto il mondo. La Malaysia confermato altre 125 nuove infezioni: sale a 553 il numero. Moschee chiuse in due Stati.
Singapore (AsiaNews/Agenzie) – Stamane le autorità di Singapore hanno assicurato ai suoi 5,7 milioni di residenti che la città-Stato può contare su “mesi” di scorte di cibo fresco e confezionato. Il governo promette che aiuterà le aziende a far fronte alle interruzioni nei rifornimenti, mentre la confinante Malaysia afferma che non vi saranno eccezioni alla chiusura delle frontiere. Kuala Lumpur ha approvato la misura ieri, per arginare la diffusione del coronavirus. Il nuovo premier malaysiano, Muhyiddin Yassin, ha spiegato che dal 18 al 31 marzo a tutti i malaysiani sarà vietato lasciare il Paese. Quanti tornano dall'estero dovranno sottoporsi a controlli sanitari e una quarantena di 14 giorni. Anche i visitatori stranieri, compresi i turisti, non potranno entrare in Malaysia durante questo periodo.
La Malaysia e Singapore, che si sono divise dopo una breve unione negli anni '60, hanno stretti legami economici e condividono un confine. Ogni giorno, circa 415mila persone usano due posti di blocco per motivi di lavoro e scuola, o per trasportare le merci nella città-Stato. Singapore importa oltre il 90% del cibo da tutto il mondo. Non è chiaro quale percentuale delle forniture alimentari provenga dalla Malaysia, ma le statistiche del governo mostrano che nel 2018 Kuala Lumpur ha fornito al vicino verdure, olio da cucina, frutta, uova, pollo, latte, zucchero, pesce, anatra e maiale.
Le autorità sanitarie di Singapore hanno confermato 243 casi di contagio da Covid-19 nel Paese. Di questi, 109 sono persone guarite e 13 sono pazienti in condizioni critiche. Ieri sera, la Malaysia ha confermato altre 125 nuove infezioni, che portano il numero totale di casi a 553. Di questi, 95 sono collegati ad un tabligh (raduno religioso) in una moschea a Sri Petaling (Kuala Lumpur) tra il 27 febbraio ed il primo marzo scorsi. Lo ha dichiarato il ministro della Sanità, Adham Baba, in una conferenza stampa. “Quasi 7mila partecipanti all'evento si sono fatti avanti per essere controllati”, ha affermato. Sono circa 14.500 i malaysiani e 1.500 gli stranieri che si sono recati alla riunione religiosa di massa nella moschea. L'evento ha suscitato preoccupazioni per la formazione di nuovi focolai dopo che il Brunei ha confermato che 45 dei 50 affetti da coronavirus vi avevano preso parte.
Le autorità religiose di due Territori federali della Malaysia hanno annunciato la sospensione di tutti i raduni. A Negri Sembilan, tutte le moschee e i surau [edifici per il culto e l'istruzione religiosa, ndr] rimarranno chiusi per 10 giorni a partire da oggi. Il muftì dello Stato, Mohd Yusof Ahmad, ha affermato che i comitati di gestione dei luoghi di culto sfrutteranno questi giorni per pulire e disinfettare gli edifici. Il Consiglio statale della fatwa deciderà se riaprire moschee e surau dopo il 26 marzo, ha aggiunto il muftì. Il suo omologo di Perlis, Mohd Asri Zainul Abidin, ha dichiarato sui social network che per il momento tutte le attività di gruppo nelle moschee, comprese le preghiere del venerdì, verranno interrotte. “I musulmani sono invitati a eseguire la solat jema’ah [preghiera comunitaria, ndr] a casa per 14 giorni, a partire dalla preghiera maghrib [subito dopo il tramonto, ndr] del 16 marzo fino alla preghiera isyak [dell’alba, ndr] del 29 marzo”, ha detto. Il muftì ha aggiunto che la chiamata alla preghiera nelle moschee verrà modificata per dire “pregate nelle vostre case”.
28/03/2020 08:00
24/02/2020 12:14
18/03/2020 09:45
07/02/2020 12:03
05/10/2020 09:01