'È apparso nella mia vita 7 anni fa, a Pasqua mi ha riportato a casa'
Dall'India la testimonianza di una donna che in questi giorni ha ricevuto il Battesimo insieme al marito e al figlio: "Gesù è entrao nella mia vita in una notte buia in Africa. Poi per anni, mi ha condotto, guidato, insegnato e riportato al suo ovile ogni volta che mi sono allontanata. La Sua via è la mgiliore".
In tutto il mondo la Pasqua è per tanti nuovi cristiani il tempo del loro Battesimo. Un momento che è sempre il punto di arrivo di un incontro con Gesù che avviene attraverso forme, volti e tempi tra loro molto diversi. Dall'India pubblichiamo questo racconto di Jonali Buragohain, una donna di 52 anni che domenica ha ricevuto il sacramento dell'iniziazione cristiana insieme al marito Ipshit Gohain e al figlio Jai, al termine di un lungo cammino iniziato in maniera singolare in Africa.
Era una notte buia dell'anima per me, quando circa sette anni il Signore Gesù tese la mano a me, allora ragazza indù praticante. Ero accasciata sul pavimento, per la stanchezza mentale, emotiva e fisica, senza vedere la luce alla fine del tunnel, quando la Luce è entrata nella mia vita. E da allora, questa Luce mi ha guidato attraverso gli alti e bassi della mia vita.
Accadde in una notte deprimente a Tanga, una piccola e sonnolenta città della Tanzania, nell'Africa orientale, quando i punti più bassi e più alti della mia vita si sono fusi per creare una bella miscela di appartenenza e desiderio. La Luce è entrata attraverso le fessure del mio cuore e della mia anima e, per la prima volta, ho sentito un senso di appartenenza all'unico Dio e un profondo desiderio di cercarLo di più.
Sì, quel giorno il Signore Gesù mi ha toccato e questo incontro ha sconvolto la mia vita. Non sapevo che la mia vita non sarebbe stata più la stessa. Quella notte sono cambiata! E, col tempo, anche la mia piccola famiglia, composta da mio marito e mio figlio, è cambiata. È entrato nel nostro piccolo mondo, lo ha illuminato in modo da farci vedere ogni imperfezione piccola o grande e ci ha guidato a riparare queste cose per riportare armonia nella nostra vita.
Mi ha chiamato "figlia"
Tornando a quella notte, mentre ero accasciata sul pavimento e non vedevo alcuna speranza, ho sentito una voce che mi diceva: "Figlia, dammi la mano e io ti solleverò". È stato stranamente confortante. La stessa notte ho sognato tre uomini in lunghe e fluenti vesti bianche che camminavano su un sentiero di campagna. Quel sogno divenne ricorrente e ogni volta mi rimaneva una sensazione nuova: volevo vedere i loro volti, perché nel sogno li vedevo sempre di spalle.
Il sogno di Emmaus diventa realtà
Presto lasciammo la Tanzania e andammo in Etiopia, dove mio marito trovò un nuovo lavoro. Mio marito, Ipshit, ci aveva preceduto e aveva preso una casa in affitto. Quando entrai in quella casa, vidi un’immagine incorniciata sulla parete del soggiorno che mi lasciò sbalordita. Continuai a fissarla.
La padrona di casa, Majha, una signora etiope cattolica, mi chiese: “Che cosa ti spinge a fissare questa immagine? Sai chi sono?". Si riferiva ai tre uomini in abiti bianchi e fluenti che camminano in mezzo alla campagna. Erano i tre uomini che vedevo in sogno quando ero a Tanga. Majha continuò: “È Gesù dopo la sua resurrezione con i suoi due discepoli che stavano andando a Emmaus”.
Quella parola si è impressa lentamente nella mia mente: Gesù. Era Lui che mi stava tendendo la mano. Questa consapevolezza ha portato un senso di pace: sapere chi mi salverà, chi è il mio salvatore.
Ma c'era ancora un vuoto. Non sapevo come raggiungerlo. Come comunicare con Lui.
Chiamata al rosario
Pochi giorni dopo, un’amica indù di New Delhi, Daisy, mi chiamò. "Jona, puoi farmi avere un rosario dall'Etiopia? Ho sentito dire che è molto potente. Lo trovi nelle chiese".
Non sapevo cosa fosse un rosario. Così chiesi a mio marito di andare in chiesa a prendermene uno. Ne prese due. Uno anche per me. E anche una candela quadrata con l'immagine della Madonna. Guardando la candela e la Madonna, mi è venuta voglia di pregare. Ho cercato su Google come pregare con il rosario e ho stampato le preghiere.
Ho acceso la candela, mi sono inginocchiata sul pavimento e ho iniziato a pregare. Vedendomi pregare, anche nostro figlio Jai (allora di 4 anni) si è inginocchiato accanto a me e ha preso l'altro rosario.
Spunta fuori una Bibbia
In quel periodo, un giorno la padrona di casa Majha venne da me e mi disse: "Posso darti un libro da leggere? Mi è venuto un forte desiderio di dartelo".
"Certo – risposi - amo leggere".
Il libro era "La baracca" di William P. Young. Quando iniziai a leggerlo, fui risucchiato in un mondo completamente diverso, un mondo in cui capii chiaramente che cosa significasse veramente "Padre, Figlio e Spirito Santo". Improvvisamente, tutto fu chiarissimo.
Nello stesso periodo, mentre svuotavo una delle borse di mio marito, trovai una piccola Bibbia di colore blu. Gli chiesi spiegazioni. Mi rispose in modo vago: "Non mi ero accorto che fosse ancora lì. Qualche anno fa, un ragazzo mi ha avvicinato per strada e, porgendomi la Bibbia, è scappato ed è scomparso".
Era il Nuovo Testamento. Iniziai a leggerlo e, grazie alle mie piccole conoscenze sul libro "La baracca", capii.
Ogni parola mi incuriosiva. Non riuscivo a smettere. Iniziai ad avere sete di saperne di più. Qualunque cosa Gesù dicesse la ritrovavo nella mia vita. Per la prima volta, trovavo un senso nelle mie sofferenze e ho iniziato a vergognarmi per tutte le volte che me ne lamentavo. “Che cos'è la mia sofferenza rispetto a quella di Gesù? Eppure mi lamento”, mi dicevo.
La mamma sta morendo
Dall'Assam, in India, arrivò la telefonata che mia madre stava morendo e che dovevo tornare subito se volevo incontrarla per l'ultima volta. Mi precipitai lì con mio figlio. Mamma non ci riconobbe. Era in uno stato semi-comatoso, con un'alterazione della coscienza. Aveva un cancro al quarto stadio. Si era diffuso e i medici le avevano dato al massimo tre mesi di vita.
Dal primo giorno, io e mio figlio abbiamo iniziato a pregare il rosario vicino a lei. Ho notato che quando pregavamo, il suo volto appariva sereno. Così, pregavamo il rosario vicino a lei ogni giorno il suo volto appariva più sereno. Finché un giorno ha aperto gli occhi. Un altro riuscì a muovere gli arti. Lentamente ha ricominciato a mangiare e poi anche a sedersi da sola sul letto dell'ospedale, a riconoscerci e a parlarci.
Un giorno, mentre accendevamo la candela e iniziavamo a recitare il rosario, Ma ha lentamente chinato la testa e piegato la mano in preghiera silenziosa. Sembrava così serena!
Il cancro è scomparso
Passò un mese e la portammo a fare una Pet Scan, come consigliato dai medici che l'avevano in cura. La sera stessa io e mia cognata Amee ricevemmo una telefonata dall'oncologo capo. La sua voce sembrava insolitamente eccitata. "Venite immediatamente in ospedale!".
Ci precipitammo nella sua stanza. Aveva con sé il referto, fissandoci intensamente, pronunciò queste parole indimenticabili: "Il cancro è sparito. È scomparso. Non so che cosa sia successo, ma è un miracolo!".
Io lo sapevo. Era davvero un miracolo. Il Signore Gesù ha guarito mia madre per l’intercessione di su Madre Maria.
Anche mio marito è cambiato
È stato solo il primo di una serie di miracoli che da allora si sono verificati nella nostra vita. Mio marito, che non era favorevole al battesimo di nostro figlio, oggi è diventato il più ardente seguace di Gesù. Piange al solo sentirlo nominare. Mi ha detto: "Non ti battezzerai da sola. Anche io e Jai (nostro figlio) ci battezziamo con te".
Ha impacchettato tutte le immagini degli dei e delle dee indù e li ha eliminati. Legge la Bibbia ogni giorno e piange ancora. Recita il rosario ogni giorno commuovendosi: è il più devoto adoratore del Signore nella nostra famiglia.
Siamo stati battezzati
Questa Pasqua, tutti e tre siamo stati battezzati nella nostra parrocchia locale, Nostra Signora di Fatima, a Majiwada, Thane, nel Maharashtra, dopo aver completato il catecumenato di un anno presso la chiesa di San Giovanni Battista. Anche il giorno del battesimo, mio marito non smetteva di piangere.
Ho provato una pace profonda dentro di me: sento di essere finalmente a casa. In tutti questi sette anni dal mio primo incontro con Lui, Gesù mi ha condotto, guidato, insegnato e riportato al suo ovile ogni volta che mi sono allontanata. Non mi ha mai lasciato andare.
Sì, ha fatto in modo di non perdere nemmeno una delle pecore che suo Padre gli aveva affidato. Mi sono allontanata tante volte, eppure, riconoscevo la sua voce ogni volta che chiamava il mio nome. Così ho continuato a tornare. Ed Egli mi ha accolto ogni volta a braccia aperte.
Ci sono voluti molti anni di lotte e di prove. Ma sono felice di essere entrata attraverso la porta stretta. Mi stava preparando per tutto questo tempo. E quando ha ritenuto che fossi pronta, lo è stato anche Lui. Tutto è avvenuto nel Suo tempo, non nel mio. La Sua via è la migliore. Sia lodato il Signore!
(ha collaborato Nirmala Carvalho)
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19/03/2020 11:17
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