‘La speranza nel deserto’, i cattolici alla manifestazione pro-Hong Kong
La riflessione di p. Carlos Cheung, salesiano, al raduno di preghiera prima della grande manifestazione al Victoria Park. Un pesante giudizio contro il governo: pe persone “vengono abusate dal governo, falsamente arrestate dalla polizia, ingiustamente perseguite dal Dipartimento di giustizia, minacciate col terrore bianco”. Il ricordo di Tiananmen e la richiesta di moderazione.
Hong Kong (AsiaNews/SE) – Alla grande manifestazione di ieri al Victoria Park, che ha radunato più di 1,7 milioni di persone, hanno partecipato anche diverse centinaia di cattolici. Prima del grande raduno, essi hanno partecipato a un incontro di preghiera dove, dopo alcune letture bibliche e canti, ha preso la parola p. Carlos Cheung, salesiano di Hong Kong. Ecco quanto ha detto.
La lettura appena ascoltata [Deut. 1, 29-31] ci ricorda che Dio è sempre con noi. Avendo nel cuore la speranza, ci incamminiamo verso la terra promessa che Signore ci ha indicato, e nonostante le difficoltà, non ci arrenderemo con facilità.
Dobbiamo ricordarci che in queste manifestazioni, non cerchiamo una vittoria a breve termine. Questa è una battaglia a lungo termine. Anche se il governo non ascolta le nostre richieste ora, dobbiamo combattere di continuo nella nostra parrocchia, nella nostra comunità, fra i nostri amici e i nostri familiari: tutti questi sono i nostri campi di battaglia per una lotta a lunga durata. Ognuno di noi ha questa responsabilità: risvegliare per persone attorno a noi.
Per più di due mesi siamo stati esposti a un sanguinamento continuo. I dimostranti sono stati trattati in modo violento e arrestati. A partire da giugno, la polizia ha usato forza eccessiva e violenza sopprimendo la gente, violando codici di sicurezza, violando standard internazionali sui diritti umani. Il 21 luglio, la polizia ha perfino permesso un attacco indiscriminato di mafiosi contro i cittadini. Cittadini comuni, residenti e passanti non solo sono stati attaccati da gas lacrimogeni, ma sono stati anche arrestati senza una ragione sufficiente. Il governo aiuta a coprire questi atti scandalosi della polizia ed è il primo a diffondere fake news e disinformare il pubblico. Al presente, il governo arriva perfino a diffamare i suoi oppositori diffondendo propaganda politica. E ancora peggio, il governo ha preso la svergognata abitudine di dire bugie nelle conferenze stampa, nel tentativo di compiere un lavaggio del cervello di innocenti cittadini.
Vogliamo proprio essere manipolati da un governo che sta compiendo queste orribili mosse politiche in nome della giustizia? Non abbiamo proprio alcun sentimento riguardo a questo? Cari sorelle e fratelli, dov’è la nostra coscienza? Come può la Chiesa offrirsi come guida senza esprimere un giudizio morale su questo? Oggi non è questione di differenti visioni politiche. Qui si tratta di persone che vengono abusate dal governo, falsamente arrestate dalla polizia, ingiustamente perseguite dal Dipartimento di giustizia, minacciate col terrore bianco. Come cristiani siamo molto familiari con le parole di giustizia. Scegliamo allora di rimanere in silenzio mentre il mondo ha bisogno che noi alziamo la voce?
Oltre che pregare, abbiamo bisogno di dire al governo che esso è nell’errore più pieno nell’insistere con questo atteggiamento. Il Signore ci ha creati in dignità e libertà. Come possiamo vedere all’Antico Testamento, Mordecai, il padre adottivo di Ester, ha pregato il Signore con queste parole: ““Signore, Signore, re che domini l'universo, tutte le cose sono sottoposte al tuo potere e non c'è nessuno che possa opporsi a te nella tua volontà di salvare Israele… Tu conosci tutto; tu sai, Signore, che non per orgoglio, non per superbia né per vanagloria ho fatto questo gesto, di non prostrarmi davanti al superbo Aman… Ma ho fatto questo per non porre la gloria di un uomo al di sopra della gloria di Dio; non mi prostrerò mai davanti a nessuno se non davanti a te”.
Ciò che noi stiamo difendendo in modo così caparbio è la dignità umana – la dignitò di essere figli e figlie di Dio!
Preghiamo Dio con le parole di Ester: “Mio Signore, nostro re, tu sei l'unico! Vieni in aiuto a me che sono sola e non ho altro soccorso all'infuori di te…”.
Dobbiamo fermare la sofferenza causata da queste leggi irragionevoli e dall’oppressione dell’autorità. Oggi,l dobbiamo anche proteggere i nostri giovani, proteggere la nostra Hong Kong, proteggere Gesù da ingiusti processi, perché non sia ancora una volta trattato in modo brutale e accusato falsamente.
Il 4 gugno 1989 dei giovani sono stati massacrati in Piazza Tiananmen. La stessa cosa potrebbe succedere ancora ad Hong Kong. Per questo dobbiamo mostrare moderazione. Non dobbiamo sacrificare le nostre vita per questo regime malvagio, senza alcuno scopo. In questa nostra campagna contro l’autorità, come membri di Hong Kong, non vediamo una violenza reale iniziata dai nostri giovani. Al contrario, è stata evidente la violenza della polizia. Due milioni di persone sono scesi in strada per domandare la cancellazione della legge sull’estradizione, ma il governo centrale ha scelto di essere sordo al grido della gente e dei giovani. E se è stato il governo centrale a scegliere di ignorare la nostra voce, perché dovremmo dare la colpa ai nostri giovani amici?
Che Dio ci benedica, benedica i nostri giovani e Hong Kong. Questa non è una battaglia per conservare. È una battaglia etica. Con la pace, la saggezza e snellezza, risvegliamo tutti, risvegliamo la Chiesa e il popolo del regno di Dio. Usciamo, con orgoglio, speranza e senza paura.