Jakarta: sospesi i visti per gli indiani in fuga dal Covid-19
Allo scopo di evitare una nuova ondata dell’epidemia, il governo centrale ha vietato il "mudik”, l’esodo di massa per il quale giorni e settimane prima dell'Eid al Fitr milioni di persone lasciano le loro città per visitare la loro famiglia e i parenti nella loro città natale.
Jakarta (AsiaNews) - L'Amministrazione indonesiana oggi ha annunciato ufficialmente che le domande di visto per entrare sul suolo indonesiano saranno temporaneamente sospese per tutti i cittadini indiani e per gli stranieri che abbiano visitato l'India negli ultimi 14 giorni.
La decisione è stata presa, ha spiegato il ministro Airlangga Hartarto, nell’ambito della severa politica nazionale per evitare una possibile nuova ondata di covid-19 nel Paese.
La decisione non riguarda i cittadini indonesiani che sono stati in India. "Possono rientrare nel Paese, ma dovranno seguire un protocollo sanitario molto rigoroso", ha detto oggi il ministro Hartarto.
All’origine della decisione, la seria preoccupazione espressa da decine di alti funzionari della Indonesia health and Covid-19 Task Force per l'elevato numero di indiani che negli ultimi giorni lascia l’India e arriva in Indonesia.
La sorprendente notizia è venuta alla luce ieri nella provincia di Riau quando il capo della Task Force Covid-19, generale Doni Monardo, è stato informato dai responsabili dell'Agenzia sanitaria di Riau di un afflusso di cittadini indiani arrivato a Riau in cerca di rifugio in Indonesia dalla crescita del Covid-19 in India, schizzata alle stelle in questi ultimi giorni. "C'è stato un numero elevato di cittadini indiani arrivati qui", ha detto Benget Saragih, un alto funzionario sanitario del Ministero della salute indonesiano durante una riunione a porte chiuse, indicando quegli indiani arrivati all'aeroporto internazionale Soekarno-Hatta di Jakarta e poi alla ricerca di un altro volo per varie città dell'arcipelago indonesiano.
Secondo Saragih, un hotel di auto-quarantena è stato fornito da Jakarta per "rinchiudere" questi "immigrati" temporanei. Egli ha espresso seria preoccupazione per il fatto che a Samarinda, capitale del Kalimantan orientale, alcuni cittadini indiani sono stati trovati positivi al Covid-19.
L'agenzia per l'immigrazione è stata fortemente accusata per questa grave vicenda, poiché quei cittadini indiani sono potuti entrare in Indonesia con visto e permesso di soggiorno temporaneo (KITAS). "La maggior parte di loro sono casalinghe e figli, titolari di KITAS", spiega Saragih.
Fino al 22 aprile erano giunti in Indonesia almeno 132 cittadini indiani.
Doppio standard
Il generale Monardo ha personalmente espresso seria preoccupazione poiché l'amministrazione del presidente Joko Widodo ha ufficialmente dichiarato ieri che l'esodo di massa - qui noto con il termine indonesiano "mudik" - è severamente vietato.
Giorni e settimane prima dell'Eid al Fitr, milioni di persone a Java lasceranno le loro città per visitare la loro famiglia e i parenti nella loro città natale. Almeno 8-9 milioni di persone a Jakarta lasceranno la loro casa per l'esodo mudik. Jakarta ospita almeno 13 milioni di persone e il mudik la renderà all’improvviso molto meno affollata e disabitata, il che è percepito tra l'altro per il numero di strade vuote.
Il governo centrale di Jakarta ha dichiarato ufficialmente che mudik è illegale dal 22 aprile al 24 maggio, molto più a lungo di quanto precedentemente annunciato: dal 5 al 17 maggio.
Tra le serie considerazioni espresse ieri al pubblico c'è che il governo centrale è molto preoccupato per la potenziale nuova ondata dell'epidemia di Covid-19 nel periodo del mudik.
Il generale Monardo ha fortemente esortato il Ministero della difesa dell'Indonesia e la Immigration Agency ad affrontare adeguatamente il problema urgente di ridurre al minimo l'esodo di massa dall'India. “Sono seriamente preoccupato per questa faccenda. Abbiamo severamente vietato ai nostri concittadini indonesiani di praticare il loro mudik annuale, ma agli stranieri è concesso libero accesso per entrare nel nostro suolo indonesiano", ha affermato il generale Monardo.
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